iPhone 5S VS. Galaxy S5, sensori di impronte digitali a confronto in un video

Vi mostriamo un interessante video che mette a confronto il Touch ID dell'iPhone 5s col sensore di impronte digitali del Galaxy S5. Ecco il responso.
Vi mostriamo un interessante video che mette a confronto il Touch ID dell'iPhone 5s col sensore di impronte digitali del Galaxy S5. Ecco il responso.

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Il Touch ID di Apple ha debuttato a settembre dell’anno scorso, montato di serie sugli iPhone 5s, rendendo così ufficialmente mainstream la tecnologia di riconoscimento delle impronte digitali; Samsung ha ovviamente fiutato l’affare, e ha rilanciato con lo scanner di impronte del Galaxy S5, che però arriverà l’11 aprile. La curiosità quindi è forte: qual è il migliore tra i due sensori? Un video pubblicato su Youtube da Tanner Marsh fa un po’ di chiarezza.

Innanzitutto, a livello funzionale ed estetico, i due scanner sono molto diversi. Quello dell’iPhone 5s è tondo e non richiede il movimento del dito: è sufficiente toccare più volte il Touch ID per configurarlo la prima volta. Il Galaxy invece richiede più movimenti verso il basso sul pulsante home.

Alcuni rumors dello scorso febbraio suggerivano che la soluzione sviluppata da Apple godesse di qualche vantaggio in più sull’omologo concorrente; in altre parole, l’S5 soffriva di problemucci di gioventù. Ricordate? “Occorre che il dito sia sempre ben adeso al pulsante home” scrivevamo allora, e che lo scorrimento avvenga ad una velocità non troppo elevata, altrimenti il riconoscimento non andrà a buon fine. Il sensore di impronte, tra l’altro, è sensibile ad umidità e condensa.” E anche Marsh ha trovato diversi difetti:

Sembra andare un po’a caso, a meno che non effettui lo scorrimento del dito direttamente sul centro del pulsante, coprendone la maggior parte col dito. Tra l’altro, poiché bisogna partire dal fondo del touchscreen, è praticamente impossibile portare a termine il processo solo con una mano.
Per quanto concerne l’iPhone 5s, dato che il dispositivo cattura in sostanza scansioni multiple del dito in varie posizioni, si può letteralmente sbloccarlo in qualunque orientamento, incluso laterale, diagonale o perfino sottosopra. Non importa. Riconoscerà quasi sempre il dito.

D’altro canto, non si può certo dire che il Touch ID sia esente da difetti. A livello tecnico è di sicuro un gingillo interessante, talmente sofisticato da riconoscere anche altre parti del corpo oltreché le dita; ma purtroppo soffre di un problema piuttosto grave: a distanza di qualche mese dalla configurazione iniziale, inizia a perdere colpi. L’unica soluzione al momento è costituita dalla ripetizione della configurazione iniziale, ma per fortuna Apple è già al lavoro su un aggiornamento software che risolverà la cosa. Una bellissima notizia, soprattutto se consideriamo che iPhone 6 avrà lo stesso identico sensore adottato nel 5s.

Infine, c’è da sottolineare l’aspetto della sicurezza, che nel video invece viene tralasciato. Sin dal momento del debutto, Apple è stata costretta a pubblicare diversi documenti in cui spiega come funzionano Touch ID e Secure Enclave del chip A7; abbiamo così scoperto che il telefono non conserva le immagini delle impronte, ma solo la loro rappresentazione matematica, opportunamente crittografata e resa inaccessibile al software di terze parti. Vedremo come gestirà il tutto Samsung, soprattutto in considerazione del fatto che il loro sensore sarà da subito accessibile anche agli sviluppatori grazie ad un apposito SDK. Si sa, ad esempio, che Paypal è tra i partner iniziali che supporteranno l’autorizzazione dei pagamenti in mobilità attraverso la scansione delle impronte; certamente una bella comodità, ma anche un rischio per la sicurezza.

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