Alcune considerazioni sull' assenza di FireWire nel MacBook


C’è ancora euforia per la presentazione del nuovo MacBook, e molte delle novità introdotte non dispiacciono affatto; il trackpad di vetro che fa anche da pulsante, ad esempio, o la solidità del nuovo case, ed il design nel complesso è molto più in tono con lo stile di Leopard. C’è tuttavia una questione che sta sollevando parecchia polvere in giro per il Web, ed è la temuta e confermata mancanza della FireWire nel nuovo MacBook.

Se consideriamo che la FireWire (e cioè lo standard IEEE 1394) è stata inizialmente sviluppata e promossa da Apple stessa, e che è dal 13 settembre 2000 che sui portatili Apple di fascia consumer è presente un FireWire 400, la scelta di ometterla nella nuova generazione di portatili appare quantomeno discutibile. Ma ci sono molte altre considerazioni che si possono fare.

Parliamo di tutti quelli che hanno una telecamera dotata di questa connessione: attraverso di essa, infatti, è sempre stato possibile, ad esempio, collegare in cascata una telecamera ad un hard disk esterno e disporre di entrambi con la praticità di occupare una singola porta sul Mac. Ora non sarà più possibile, come diventa impossibile la semplice acquisizione di una cassetta dv, salvo acquistare un MacBook Pro e il relativo adattore FireWire 400 -> FireWire 800.

Su molti siti dedicati alla musica, il consiglio diventa di acquistare il modello entry level fintanto che sarà disponibile. I musicisti, infatti, soffrono particolarmente della mancanza di questo tipo di connessione poiché molte apparecchiature audio di livello professionale si interfacciano solo attraverso FireWire, e un aggiornamento del portatile significherebbe di fatto vanificare migliaia di euro di investimento.

Ma come sottolinea Macworld, un’altra gravissima conseguenza è l’impossibilità di far uso della utile modalità Target, quella che – alla pressione d’un tasto all’avvio – permette di trattare un Mac come un hard disk esterno. Non esistendo un equivalente di tale tecnologia nelle specifiche dell’USB, i dati d’ora in avanti andranno trasferiti tramite network o da un backup esistente. Certo, nel caso di una Migrazione Assistita, esistono certamente strade alternative, ma è un peccato veder sparire all’improvviso una delle peculiarità che rendeva il Mac sostanzialmente diverso da un comune pc.

Insomma, un protocollo nato e cresciuto per volontà di Apple (lo stesso iPod in principio ne faceva uso) e tutt’ora utilizzato in moltissime periferiche non è più presente in una consistente fetta dei prodotti di Cupertino, ed è difficile pensare che oramai la strada possa cambiare, sebbene qualcuno ci speri fortemente.

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