Via libera dell'antitrust agli ebook italiani. Ma a quali condizioni?


In Italia l’iPad c’è da mesi ormai, ed ufficialmente c’è anche il negozio di libri integrato iBookstore. Ma iBooks, di fatto, non offre nessun libro italiano a pagamento, e di certo nessun best seller. Perché? Fino a qualche mese fa gli editori italiani si giustificavano denunciando problemi tecnici, ma la conversione velocissima di un buon decennio di letteratura americana, su Amazon, ci ha fatto capire che in fondo i problemi tecnici sono un aspetto secondario.

Il problema è strategico, perché con nuovi protagonisti potenti come Apple e Amazon il rischio era quello di perdere il controllo sul mercato della distribuzione, oltre al controllo sul prezzo del prodotto finale. Così per prima cosa gli editori italiani hanno ritenuto opportuno riunirsi in una piattaforma chiama Edigita, con lo scopo di traghettare lo sbarco sul digitale. Edigita riunisce alcuni protagonisti dell’editoria, come Feltrinelli, Messaggerie Italiane, GeMS e RCS.

Solo in questi giorni, però, l’alleanza Edigita ha ricevuto il benestare dell’autorità Antitrust, che quindi non ostacolerà il lavoro di questa piattaforma. L’alleanza ha lo scopo dichiarato di dare agli editori il potere sul libro digitale, creando un vasto database di titoli (si partirà con circa 1.500 libri) e gestendo i rapporti sia con i distributori italiani di nuova generazione (IBS, LibreriaRizzoli e LaFeltrinelli) sia con soggetti stranieri come Amazon o Apple.

Ci sono quindi buone probabilità di mantenere la promessa di portare i best-seller al digitale anche in Italia, entro Natale. Ma come li acquisteremo e con quali modalità? Dato che questi saranno i giorni delle decisioni, ci sentiamo in dovere di lasciare qualche riflessione agli editori, per evitare il classico pasticcio all’italiana…

Per prima cosa bisogna dire, da subito, che non tutti gli editori parteciperanno a Edigita. Mondadori non parteciperà, e debutterà autonomamente su Bol.it con i suoi primi eBook. Molti piccoli editori, invece, si sono già riuniti in BookRepublic, che ha iniziato a vendere autonomamente da qualche settimana i suoi libri. In tutto questo non sono ancora chiari o ufficiali i rapporti con store integrati nei dispositivi, come Kindle di Amazon e iBookstore di Apple.

Certamente, grazie al formato ePub, gli editori italiani potrebbero fare tutto da soli. Magari ci daranno la possibilità di acquistare il libro su un sito per poi trasferirlo sul nostro dispositivo. Il consiglio che da utenti digitali ci sentiamo di dare, però, è di non seguire esclusivamente questa strada. In fondo il successo di Kindle si basa sugli stessi ingredienti del successo di iPod, e cioè:

  • Uno store collegato a un dispositivo
  • L’ampiezza dello store stesso, che consente di trovare titoli di più editori e di acquistarli con un unico account
  • Un sistema di pagamento integrato e intuitivo
  • La possibilità di acquistare contenuti direttamente dal dispositivo, senza dover passare dal computer
  • Ora, se ad esempio questo accordo dovesse tagliar fuori Apple, allora dovremmo rinunciare alla comodità della piattaforma iBooks. Non solo, rinunceremmo anche al sistema di pagamento con account iTunes. Se poi ogni editore, per ipotesi, uscisse con un’applicazione dedicata, quali garanzie avremmo sull’interoperabilità? Su questo ancora non c’è nessuna chiarezza. Già adesso, dopo tutto, vediamo un fronte frammentato. Senza trascurare i forti legami tra alcuni editori con alcuni retailer on-line del paese, come IBS, LibreriaRizzoli o LaFeltrinelli, che potrebbero avere interesse ad acquisire un ruolo predominante rispetto ai nuovi arrivati Apple e Amazon.

    Non è detto che una scelta esterna alle logiche di Apple e Amazon non possa andare a vantaggio dei lettori: dopo tutto nemmeno Kindle e iPad sanno essere perfettamente interoperabili e non sottomettersi alle logiche claustrofobiche dei loro store potrebbe essere positivo. Ma introdurre un terzo protagonista avrebbe senso solo con patti chiari in merito ai DRM, altro argomento su cui c’è molta confusione e sul quale gli editori devono ancora parlare chiaramente.

    Se questi sono i mesi delle scelte degli editori, allora forse è anche il momento giusto per i lettori di esprimere le loro esigenze. Perché una strategia frammentata e disordinata non farà bene a nessuno, nemmeno al mercato.

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