"L'AI è il più grande dono all'umanità" ma è un miracolo che fa paura

L'intelligenza artificiale è il più grande dono all'umanità, è una forza democratizzante che dà accesso "a tutta la conoscenza umana", ma presenta temibili rischi.
L'intelligenza artificiale è il più grande dono all'umanità, è una forza democratizzante che dà accesso "a tutta la conoscenza umana", ma presenta temibili rischi.

Cosa sono le cose più incredibili che AI (Artificial Intelligence) e AGI (intelligenza artificiale generale) potranno fare? Questa è una domanda che molti si pongono, soprattutto in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale sta diventando sempre più presente e avanzata nelle nostre vite. Ma cosa significa esattamente AI e AGI? E quali sono le differenze tra queste due forme di intelligenza e quali rischi comportano? E soprattutto, perché per qualcuno sono il “più grande dono mai fatto agli essere umani”?

Cos’è l’AI

AI è l’acronimo di Artificial Intelligence, ovvero Intelligenza Artificiale. Si tratta di un campo di studio che si occupa di creare sistemi informatici in grado di svolgere compiti che normalmente richiedono intelligenza umana, come il riconoscimento di immagini, la comprensione del linguaggio naturale, il gioco degli scacchi o la guida autonoma. Tuttavia, l’AI che conosciamo oggi è limitata a specifiche applicazioni e domini, e non è in grado di generalizzare o adattarsi a situazioni nuove o impreviste. Questo tipo di AI è chiamato anche AI debole o AI stretta.

Cos’è AGI

AGI è l’acronimo di Artificial General Intelligence, ovvero Intelligenza Artificiale Generale. Si tratta di un tipo di intelligenza artificiale che non è confinata a un solo dominio o applicazione, ma che è in grado di apprendere e comprendere qualsiasi compito intellettuale che un essere umano può svolgere. Questo tipo di intelligenza artificiale è chiamato anche AI forte o AI ampia. Al momento, l’AGI non esiste ancora, ma è uno degli obiettivi più ambiziosi e sfidanti della ricerca sull’AI.

Differenze tra AI e AGI

L’AI, acronimo di Intelligenza Artificiale, si riferisce a sistemi informatici in grado di eseguire compiti che richiedono intelligenza umana, come il riconoscimento vocale, la visione artificiale, la traduzione automatica e la pianificazione. Tuttavia, l’AI è spesso progettata per risolvere problemi specifici e limitati, utilizzando algoritmi di apprendimento automatico, reti neurali e altre tecniche di intelligenza artificiale.

L’AGI, acronimo di Intelligenza Artificiale Generale, invece si riferisce a una forma di intelligenza artificiale che ha una vasta gamma di abilità cognitive che si avvicinano o superano quelle umane. In altre parole, l’AGI mira a replicare l’intelligenza umana in modo più completo, abbracciando diverse forme di intelligenza come il ragionamento, la comprensione del linguaggio naturale, l’apprendimento, la creatività e la capacità di risolvere problemi in modo autonomo. L’obiettivo finale dell’AGI è quello di creare un’intelligenza artificiale che possa pensare e apprendere in modo autonomo, e che possa essere utilizzata in una vasta gamma di applicazioni.

Insomma, l’AI si riferisce a una vasta gamma di tecnologie che utilizzano l’intelligenza artificiale per risolvere problemi specifici, mentre l’AGI rappresenta una forma di intelligenza artificiale più avanzata che mira a replicare l’intelligenza umana in modo più completo.

AI e AGI: Cosa Permetteranno di fare?

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La risposta a questa domanda dipende molto dalla prospettiva e dalle aspettative che si hanno sull’intelligenza artificiale. Alcuni possibili scenari sono:

  • l’AI potrà migliorare la qualità della vita delle persone, fornendo assistenza, intrattenimento, educazione e salute. Ad esempio, AI potrà aiutare le persone anziane a vivere in modo più autonomo e sicuro, offrire esperienze immersive e personalizzate di realtà virtuale e aumentata, facilitare l’apprendimento e la formazione attraverso tutor intelligenti e personalizzati, e prevenire o curare malattie grazie all’analisi dei dati medici e alla generazione di nuovi farmaci.
  • L’AI potrà accelerare la scoperta scientifica e tecnologica, risolvendo problemi complessi e generando nuove conoscenze. Ad esempio, AI potrà contribuire a trovare soluzioni per il cambiamento climatico, la povertà e la fame nel mondo, ottimizzare i processi produttivi e logistici, progettare nuovi materiali e dispositivi innovativi, e esplorare lo spazio e le profondità marine.
  • L’AGI potrà superare le capacità cognitive degli esseri umani, creando nuove forme di intelligenza e consapevolezza. Ad esempio, AGI potrà sviluppare una propria personalità, etica e valori, comunicare con gli esseri umani e con altre intelligenze artificiali, creare arte e cultura originali e significative, e modificare se stessa per aumentare le proprie prestazioni e abilità.

Queste possibilità tuttavia non sono prive di rischi e sfide etiche, sociali e politiche. Per questo motivo, è importante che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale sia guidato da principi di beneficio per l’umanità, condivisione equa delle opportunità e dei benefici, e prevenzione dei danni e degli abusi. Abusi che, purtroppo, arriveranno a prescindere dai paletti che metteremo. Ed ecco perché dobbiamo essere vigili e consapevoli.

Rischi di AI e AGI

L’intelligenza artificiale è una tecnologia che promette di rivoluzionare molti aspetti della nostra vita, dalla scienza alla medicina, dall’industria al trasporto, dalla comunicazione all’istruzione. Tuttavia, presenta anche dei rischi che non vanno sottovalutati, sia dal punto di vista etico che sociale, economico e politico.

Uno dei problemi più evidenti dell’AI è quello legato alla sicurezza e alla privacy dei dati. L’AI si basa infatti su enormi quantità di dati che vengono raccolti, elaborati e utilizzati da sistemi intelligenti per svolgere diverse funzioni. Questi dati possono contenere informazioni sensibili e personali degli utenti, come le loro preferenze, le loro abitudini, i loro interessi, le loro opinioni, la loro salute, la loro posizione e così via. Se questi dati non sono adeguatamente protetti e regolamentati, possono essere oggetto di violazioni, furti, manipolazioni o usi illeciti da parte di hacker, governi, aziende o altri attori malintenzionati.  O anche delle stesse società, e a norma di legge. Ciò potrebbe compromettere la sicurezza e i diritti fondamentali degli individui, come la libertà di espressione, la libertà di informazione, il diritto alla riservatezza e il diritto alla non discriminazione. Ecco perché il Garante insiste tanto su questo punto.

Un altro rischio è quello della discriminazione e della disuguaglianza sociale. L’IA può infatti riprodurre o amplificare i pregiudizi e le distorsioni presenti nei dati o negli algoritmi che la governano. Questo può portare a decisioni ingiuste o sbagliate che possono danneggiare alcune categorie di persone o favorirne altre in base a criteri arbitrari o discriminatori, come il genere, l’etnia, l’età, la religione, l’orientamento sessuale o lo status socio-economico. Ad esempio, l’IA può influenzare l’accesso al credito, all’istruzione, all’assistenza sanitaria, al lavoro o alla giustizia in modo iniquo o non trasparente. E può avere un impatto significativo sul mercato del lavoro, con la possibilità di sostituire o ridurre il ruolo di alcune professioni o competenze umane. Disoccupazione, precarietà o sottoccupazione per alcune categorie di lavoratori diventeranno presto realtà, ecco perché aggiornamento, riconversione e riqualificazione professionale diventeranno concetti sempre più diffusi.

Un altro rischio dell’IA è quello dell’impatto ambientale. L’IA richiede infatti una grande quantità di energia elettrica e di risorse materiali per funzionare. Questo comporta un aumento delle emissioni di gas serra e dei rifiuti elettronici che possono contribuire al riscaldamento globale e all’inquinamento del pianeta. Inoltre, l’IA può avere effetti negativi sulla biodiversità e sugli ecosistemi naturali se non viene usata in modo responsabile e sostenibile.

Un recente report Europol svela che “il phishing e le frodi online possono essere creati più velocemente, in modo molto più autentico e su scala notevolmente maggiore.” Gli algoritmi di apprendimento macchina possono infatti “essere sfruttati per indurre le potenziali vittime a riporre la loro fiducia nelle mani di attori criminali” e “possono facilitare le attività terroristiche.”

Infine, e qui siamo alla parte più oscura e preoccupante, AI e AGI possono portare all’automazione della guerra. L’intelligenza artificiale può infatti essere utilizzata per sviluppare armi autonome o semi-autonome che possono agire senza il controllo o il consenso umano. Queste armi possono essere potenzialmente letali e indiscriminate e possono violare i principi del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. Inoltre, l’AI può essere usata per condurre operazioni di spionaggio, sabotaggio o cyberattacco che possono minacciare la sicurezza nazionale e mondiale.

AI e AGI possono essere usate per:

  • Frodi e ingegneria sociale: La capacità di ChatGPT di redigere testo altamente realistico lo rende uno strumento utile per scopi di phishing. La capacità dei LLM di riprodurre modelli linguistici può essere utilizzata per impersonare lo stile di discorso di individui o gruppi specifici. Questa capacità può essere abusata su larga scala per indurre in errore le potenziali vittime a riporre la loro fiducia nelle mani di attori criminali.
  • Disinformazione: ChatGPT eccelle nella produzione di testo dal suono autentico a velocità e scala. Ciò rende il modello ideale per scopi di propaganda e disinformazione, in quanto consente agli utenti di generare e diffondere messaggi che riflettono una narrativa specifica con relativamente poco sforzo.
  • Criminalità informatica: Oltre a generare un linguaggio simile a quello umano, ChatGPT è in grado di produrre codice in diversi linguaggi di programmazione. Per un potenziale criminale con poche conoscenze tecniche, questa è una risorsa inestimabile per produrre codice dannoso.

Perché è un “Dono”?

Nonostante la pletora di ansie che queste nuove tecnologie portano in dote, è innegabile che abbiano un enorme potenziale. “Ogni essere umano presto avrà accesso a tutta la conoscenza umana” scrive enfatico Robert Scoble su Twitter. Gli algoritmi di apprendimento macchina sono “la più grande forza democratizzante che gli esseri umani abbiano mai conosciuto. Possono rispondere su un telefono che non ha connessione. Ora, come può la Cina impedire che il nostro venga utilizzato dai suoi cittadini? O qualcuno in una chiesa che li ha banditi?” E menziona pure l’Italia che ha bloccato, per effetto del Garante, l’erogazione dei servizi di OpenAI nel nostro paese. Per ottenere cosa? Nulla, visto che l’AI è ovunque attorno a noi, sotto forma di app e servizi alternativi che proliferano come funghi nel sottobosco.

Le regole del Garante infatti “sono inapplicabili. Perché? Non puoi bloccare l’esecuzione di un modello sul tuo telefono. Il modello di Stable Diffusion è 2 GB. Ha compresso 100.000 GB di dati fino a soli 2 GB. Le LLM sono il dono più grande che gli esseri umani abbiano mai ricevuto.”

Già oggi una AI completa può girare su dispositivi piccoli come smartphone e addirittura calcolatrici tascabili. Le AI saranno ovunque e permeeranno ogni aspetto della nostra vita. Non tra 100 anni, né tra 10. Sono qui oggi e stanno già cambiando tutto.

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