CES 2019, Apple trolla Google sulla privacy

In teoria, Apple non partecipa mai al CES, eppure quest'anno è presente: l'ha usato per lanciare una frecciatina neanche tanto velata all'acerrima nemica Google. Lo scontro è sulla privacy.
In teoria, Apple non partecipa mai al CES, eppure quest'anno è presente: l'ha usato per lanciare una frecciatina neanche tanto velata all'acerrima nemica Google. Lo scontro è sulla privacy.

Il CES 2019 è una delle fiere mondiali dell’elettronica di consume più famose ed importanti del mondo, una vetrina in cui i produttori sfoggiano le ultime novità su televisori, wearable, tablet, computer e accessori. Un mondo a parte cui Apple -per una precisa politica- non ha mai preso parte. Fino ad oggi.

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Nella fattispecie, il team marketing della mela avrebbe acquistato un gigantesco impianto pubblicitario che sovrasta la città di Las Vegas; lì, su un minimalista sfondo nero con stilizzato un iPhone XS, campeggia una scritta dall’aspetto innocente che somiglia più a una stilettata all’avversaria:

“Quel che accade sul tuo iPhone, resta sul tuo iPhone”
apple.com/privacy

La citazione è al detto “Quel che accade a Las Vegas, resta a Las Vegas” ma costituisce un evidente riferimento ai recenti scandali sulla privacy che hanno investito Google e Facebook. Apple è da sempre molto attenta alla sicurezza dei dati dei suoi utenti, e per questa ragione ha limitato allo stretto necessario la quantità di informazioni che fuoriescono dai suoi dispositivi e che potrebbero finire nelle mani sbagliate. Ogni telefono Android, invece, si stima che invii circa 10 volte i dati di un iPhone.

“Riteniamo che il cliente dovrebbe avere il pieno controllo delle proprie informazioni,” ha dichiarato Tim Cook di recente. “Quei cosiddetti servizi gratuiti potrebbero pure piacervi, ma non pensiate che valga la pena di rivendere le vostre mail, la cronologia delle ricerche e ora perfino le foto di famiglia per Dio sa quali scopi pubblicitari. Crediamo che un giorno i clienti vedranno la cosa per quel che è.”

E in effetti, alla luce degli scandali Cambridge Analytica e Safari mobile, vale sempre il vecchio detto: se è gratis, allora il prodotto sei tu.

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