Foxconn raddoppierà i salari in Cina entro il 2013

Migliorano un po' le condizioni di lavoro degli operai cinesi negli impianti Foxconn. La società ha infatti annunciato che entro il 2013 gli stipendi saranno praticamente raddoppiati.
Migliorano un po' le condizioni di lavoro degli operai cinesi negli impianti Foxconn. La società ha infatti annunciato che entro il 2013 gli stipendi saranno praticamente raddoppiati.


In risposta alle pressioni esercitate dall’opinione pubblica e da Apple stessa, Foxconn ha promesso di mettere nuovamente mano ai salari dei propri dipendenti in Cina. Entro la fine dell’anno prossimo saranno quasi raddoppiati, passando dagli attuali 2.200 Yuan ai futuri 4.000 Yuan e anche oltre.

A parlare della novità è un interessante articolo sul WantChinaTimes, ripreso anche da Forbes:

Il gigante taiwanese della produzione elettronica Foxconn raddoppierà lo stipendio minimo mensile dei suoi lavoratori in Cina entro la fine dell’anno prossimo. Così si legge sulla variante in cinese della nostra testata. All’inizio del mese, a Shanghai, il presidente della Foxconn Terry Gou ha annunciato che in Cina i salari della società supereranno il minimo imposto per legge a Taiwan entro la fine dell’anno. Secondo i commentatori sui media, ciò implicherà un passaggio dagli attuali 2.200 Yuan (279€) fino a 4.000 Yuan (501€), con un incremento dell’82%.

Secondo le fonti, Gou avrebbe dichiarato ad un evento del 16 maggio scorso che il semplice adeguamento agli stipendi taiwanesi non è sufficiente, e che i salari mensili per i lavoratori in Cina dovrebbero raddoppiare fino a 4.400 Yuan (550€) entro la fine del 2013. Se le affermazioni dovessero rivelarsi veritiere, si tratterebbe della quarta impennata dei salari in Cina negli ultimi due anni. Corrisponderebbe addirittura ad una quintuplicazione del salario per il milione di lavoratori cinesi rispetto al 2010.

Le dichiarazioni cui fa riferimento il quotidiano risalgono a una ventina di giorni fa, durante una cerimonia presso il quartier generale Foxconn. In quell’occasione, Terry Gou aveva parlato della volontà da parte di Apple di condividere i costi inerenti agli aumenti salariali, evitando tuttavia di entrare troppo nei particolari. L’ultimo intervento simile risale soltanto allo scorso febbraio, quando gli operai videro la propria busta paga ispessirsi del 16%-25%.

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