Brevetti, Apple studia gli occhiali video tipo Google Glass

Un nuovo brevetto Apple rivela che la società sta lavorando sulla possibilità di lanciare degli occhiali simile a Google Glass, in grado di mostrare contenuti multimediali in mobilità.
Un nuovo brevetto Apple rivela che la società sta lavorando sulla possibilità di lanciare degli occhiali simile a Google Glass, in grado di mostrare contenuti multimediali in mobilità.

Lo U.S. Patent and Trademark Office ha conferito a Cupertino un nuovo brevetto che descrive una sorta di occhiali con display incorporato in grado di mostrare agli utenti contenuti multimediali e informazioni in mobilità, su di una superficie molto più ampia di quella disponibile nei comuni smartphone e tablet.

Il dispositivo contiene moduli ottici che si adattano alla vista dell’utente, con correzione di fuoco specifica per ognuno dei bulbi oculari e visione stereoscopica 3D. Il dispositivo è costituito da una cover esterna, una cornice interna, dai componenti ottici necessari alla proiezione dei media e infine da una lente posta davanti agli occhi. Questi speciali occhiali – o “head mounted display”- possono poi avere qualunque aspetto si desideri, compreso un design sportivo sportivo, tipo maschera da snowboard o da cross. Ma la cosa non finisce qui:

Per migliorare il confort dell’utente, gli occhiali possono includere componenti traspiranti, inclusa ad esempio la gommapiuma traspirante posta direttamente sul viso dell’utente, e può permettere all’utente di muovere i componenti di generazione dell’immagine in modo da allinearli a suoi occhi. In alcune incarnazioni, il sistema può includere circuiteria di processamento dei dati per regolare indipendentemente le immagini generate a destra e a sinistra dai componenti ottici, così da fornire media tridimensionali o anche per sopperire alle limitazioni della vista dell’utente.

L’adattamento dei componenti ottici per correggere i difetti visivi possono essere impostati a mano, o in modo del tutto automatico; tali impostazioni vengono poi memorizzate sul dispositivo dell’utente, o direttamente sul suo account iCloud. Il brevetto risale al 2007, è legato al numero di protocollo 8.605.008 e porta in calce le firme di Christopher D. Prest, John Tang e M. Evans Hankey.

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