Il paradosso di Apple: cultura chiusa e fan del libero pensiero


Il celebre aggregatore di idee SlashDot.org solleva una questione interessante che voglio condividere con voi lettori.

La segretezza che circonda l’atteso Apple tablet è solo l’ultimo esempio dell’ormai famosa cultura chiusa e controllata di Apple. Eppure milioni di designer, musicisti ed altri professionisti della creatività amano i prodotti della mela e, ancora più incredibilmente, il marchio Apple è sempre più sinonimo di creatività di libero-pensiero.

Come può un’azienda, la cui filosofia sulla condivisione dell’informazione è così fortemente in disaccordo con quella dei suoi clienti, avere così tanto successo? Wade Roush, con un saggio pubblicato su Xconomy, cerca di rispondere a questa domanda e nel farlo delinea tre possibili linee di spiegazione:

  1. innovazione chiusa, supervisionata da una guida geniale come Steve Jobs, potrebbe essere l’unica maniera per costruire prodotti coerenti ma soprattutto convincenti;
  2. l’hardware Apple dimostra di essere più open di quanto l’azienda avesse desiderato; inizialmente Steve Jobs cercava di tenere alla larga da iPhone le applicazioni di terze parti, per esempio;
  3. i clienti sono molto pragmatici quando si tratta di qualità: open source e movimenti per il software libero non hanno prodotto nulla di lontanamente utilizzabile come Mac OS X ed iPhone.

Secondo voi come stanno le cose? A quale linea di pensiero vi sentite più vicini? Ditelo nei commenti.

[Via SlashDot]

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