Trump contro Apple per la backdoor su iPhone

Ricomincia il balletto. L'FBI vuole la backdoor governativa, Apple spiega che è un rischio per tutti, e Trump twitta che sono degli ingrati. Non se ne può davvero più.
Ricomincia il balletto. L'FBI vuole la backdoor governativa, Apple spiega che è un rischio per tutti, e Trump twitta che sono degli ingrati. Non se ne può davvero più.

Prima o poi bisognerà prendere definitivamente la questione di petto, perché la misura inizia a essere colma. In questi giorni, negli USA, si è tornato nuovamente a parlare delle indagini per la strage di San Bernardino, la terribile sparatoria avvenuta a dicembre 2015 in centro sociale per disabili in California. È da allora che l’FBI chiede esplicitamente ad Apple di sbloccare l’iPhone 5c di uno degli assassini, ed è da allora che Apple spiega che ciò non è possibile. La differenza, rispetto a 6 anni, fa è che oggi c’è Trump che twitta.

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“Li stiamo aiutando sul COMMERCIO [maiuscolo nell’originale, n.d.A] e molte altre cose, eppure si rifiutano di sbloccare i telefoni usato da assassini, spacciatori e altri violenti criminali. Dovranno fare un coraggioso passo avanti e aiutare il nostro grande Paese, ADESSO! FACCIAMO DI NUOVO L’AMERICA GRANDE.”

Come dire, dopo tutto l’aiuto ricevuto sulla questione dei dazi doganali, quell’irriconoscente di Tim Cook osa perseverare sulla faccenda della sicurezza e della protezione dei dati. E a nulla è valsa l’assistenza fornita prontamente da Cupertino alle forze dell’ordine: i Gigabyte di dati scaricati da iCloud si sono rivelati inconcludenti, ed ecco perché insistono sull’accesso ai dati del telefono; accesso che però può essere garantito solo con una backdoor ufficiale.

Abbiamo già spiegato in più d’una occasione -e Apple pure s’è consumata i polpastrelli a forza di comunicati stampa- che non esiste una “una backdoor solo per i buoni.” Nel momento in cui infili un bypass ufficiale della sicurezza su iOS, nessun iPhone è più veramente al sicuro. E contrariamente a quel che va cianciando una certa politica, è proprio rifiutandosi di creare backdoor governative che Apple sta perseguendo i più alti interessi nazionali.

Ma l’aspetto più fastidioso è che, a dire degli esperti, il governo potrebbe sbloccare l’iPhone in questione con GrayKey o con gli strumenti messi a disposizione da Cellbrite e altre società simili. Apple stessa è rimasta piuttosto sorpresa della “rapida escalation” degli eventi e soprattutto seccata dal fatto che “non si sia speso tempo a sufficienza per tentare di entrare negli iPhone coi tool di terze parti.”

In altre parole, l’impressione è che la soluzione al problema sarebbe immediata, o per lo meno non così complicata come vogliono farla passare. Ma per qualche ragione si è preferito traccheggiare e usare la situazione come grimaldello per forzare Apple a istituire l’agognata backdoor su iOS.

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