Apple a un km da Wall Street

Apple, come la stragrande maggioranza delle aziende produttrici di hardware, sta da tempo migrando la produzione dei propri prodotti e l’acquisto dei componenti da Taiwan alla Cina.

Questo tipo di migrazione deve essere pianificata con anticipo per evitare contraccolpi sulle scorte, e proprio questo lasso di tempo potrebbe costare il carcere a 9 esponenti dell’azienda taiwanese Inventec Appliances. Le persone in oggetto sono accusate di insider trading, avendo operato compravendita di azioni della società mentre erano a conoscenza dei piani di Apple di spostare la produzione in Cina; informazioni che non erano, tuttavia, ancora state rese pubbliche.
Questo avrebbe portato svariati milioni di dollari nelle loro tasche.

Molto più trasparenti, invece, le ultime operazioni in borsa di Steve Jobs. L’iCEO ha esercitato il suo diritto di acquisire a prezzo agevolato (,75) 120mila azioni Apple, frutto di opzioni acquisite in passato. Deicisamente un buon affare, valendo oggi quelle azioni infinitamente di più. Ma nulla di losco in questa operazione, peraltro approvata dalla SEC (la Consob americana). L’assegnazione di Stock Options ai dipendenti delle aziende è pratica comune, che ha lo spirito di instaurare un circolo virtuoso tra performance della società e produttività e remunerazione del collaboratore.
Tra l’altro, Steve Jobs ha dimostrato di credere nelle potenzialità di Apple, non avendo mai venduto una sola azione (ne possiede, al valore attuale, oltre 600 milioni di dollari) da quando è tornato alla guida di Cupertino, nel 1997.

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