AT&T nei guai per FaceTime su reti 3G

Galeotto fu il giorno in cui AT&T ha deciso di costringere gli utenti alla sottoscrizione di determinati e onerosi contratti solo per poter usare FaceTime su 3G. Ora anche l'FCC dovrà intervenire.
Galeotto fu il giorno in cui AT&T ha deciso di costringere gli utenti alla sottoscrizione di determinati e onerosi contratti solo per poter usare FaceTime su 3G. Ora anche l'FCC dovrà intervenire.

Abbiamo parlato diffusamente, su queste pagine, del timore che FaceTime su reti 3G potesse finire con l’essere tariffato a parte e una cosa l’abbiamo capita: dipende direttamente dalla policy scelta del gestore. Tant’è che negli Stati Uniti, AT&T ha deciso di rendere disponibile la feature solo per quanti passeranno ai nuovi -e meno convenienti- piani telefonici condivisi; ciò, tuttavia, non basterà a salvarla da una denuncia alla FCC per violazione della Neutralità di Rete.

In seguito alle accuse di Public Knowledge e del senatore democratico Al Franken, il colosso statunitense delle telecomunicazioni aveva semplicemente nicchiato, affermando che la regolamentazione relativa alla Net Neutrality non poteva applicarsi alle app pre-caricate sui dispositivi, come per l’appunto FaceTime.

Ciò tuttavia non ha scoraggiato Public Knowledge che, assieme a Free Press e alla New America Foundation’s Open Technology Institute, depositerà un esposto presso l’FCC con l’intento di ottenere un intervento esplicito:

“La decisione di AT&T di bloccare FaceTime a meno di non sottoscrivere un abbonamento voce e dati di cui non si ha bisogno è una chiara violazione delle regole sull’Internet Aperto della FCC” ha affermato il direttore di Free Press Policy Matt Wood. “È particolarmente oltraggioso che AT&T richieda questo anche per gli utenti iPad, visto che il loro dispositivo non è neppure in grado di instradare chiamate voce. Le azioni della AT&T risultano incredibilmente lesive dei diritti dei suoi clienti, inclusi i sordi, le famiglie immigranti e gli altri parenti oltre oceano, che dipendono dalle app mobili di videoconferenza per comunicare con gli amici e la famiglia.”

Tale comunicato stampa è stato rilasciato in ossequio alle leggi statunitensi vigenti, che impongono una qualche forma di avviso pubblico prima della denuncia vera e propria. Denuncia che, assicurano gli organizzatori, arriverà “nelle prossime settimane.”

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