Minneapolis, Apple si schiera coi manifestanti

Da sempre schierata a favore dell'inclusione e dei diritti umani, Apple prende una storica posizione sulle tragiche vicende di Minneapolis e sulla morte di George Floyd.
Da sempre schierata a favore dell'inclusione e dei diritti umani, Apple prende una storica posizione sulle tragiche vicende di Minneapolis e sulla morte di George Floyd.

In risposta ai tragici eventi che si stanno consumando in questi giorni a Minneapolis, in seguito all’uccisione per soffocamento dell’afroamericano -George Floyd- immobilizzato e trattenuto a terra con un ginocchio sulla nuca da un poliziotto, Apple fa un passo in avanti e prende posizione. E lo fa per mezzo di una bella lettera di Tim Cook, inviata ai dipendenti.

La vicenda è nota, e non ci soffermeremo sui dettagli. Ma era inevitabile che il dibattito pubblico iniziasse a permeare tutti i gangli della società che fino ad oggi erano rimasti silenti ad osservare. Apple, storicamente schierata a favore dell’inclusione e dei diritti umani, insiste nel voler contribuire a “creare un mondo migliore e più giusto per tutti.” Il risultato è una missiva coraggiosa.

“In questo momento” scrive l’iCEO, “c’è una ferita profonda nell’anima della nostra nazione e in milioni di cuori. Per rialzarci assieme, dobbiamo anche sostenerci a vicenda, e riconoscere la paura, il dolore e lo sdegno provocato a ragione dall’uccisione insensata di George Floyd e da una ben più lunga storia di razzismo.”

“Quel passato doloroso è presente ancora oggi, non solo sotto forma di violenza, ma anche nell’esperienza quotidiana di una discriminazione profondamente innervata.” Dopodiché l’affondo:

“Lo vediamo nel nostro sistema di giustizia criminale, nel numero sproporzionato di malattie a sfavore delle comunità nera e marrone, nelle diseguaglianze nei servizi di vicinato e nell’educazione che i nostri bambini ricevono. Se da una parte le leggi sono cambiate, la realtà è che le protezioni non sono ancora universalmente applicate. […] È innegabile che le comunità di colore continuino a dover sopportare discriminazione e trauma.”

Ma la parte più bella e di valore è la chiosa finale:

“Questo è un momento in cui molte persone non desiderano altro che tornare alla normalità, o a quello status qua in cui si sta bene solo volgendo lo sguardo altrove rispetto alle ingiustizie. Per quanto difficile possa essere da ammettere, quel desiderio stesso è un segno di privilegio.”

Perché la verità dei fatti è questa: in barba alle lotte e ai diritti acquisiti col sangue in passato, c’è un intero sistema di diseguaglianze plasmato ad hoc, legge su legge, per mantenere tali diseguaglianze. È una delle mille contraddizioni dell’America dei nostri tempi, ed è qualcosa che potrà essere sanato solo con la giustizia. La giustizia ha aggiunto Cook in un tweet, è “ciò che ci guarirà.”

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