Apple VS. FBI: Facebook e Twitter supportano Apple, punizioni in arrivo per le società

Oramai è chiaro: la strage di San Bernardino avrà ripercussioni ben oltre la vicenda in sé. Negli USA il dibattito sulla protezione dei dati degli utenti si fa sempre più infuocata, e se da una parte la società civile inizia a manifestare per i suoi diritti col supporto di Apple, Facebook e Twitter, dall'altra fioccano le prime iniziative di legge che puniscono le società contrarie a sbloccare gli iPhone altrui.
Oramai è chiaro: la strage di San Bernardino avrà ripercussioni ben oltre la vicenda in sé. Negli USA il dibattito sulla protezione dei dati degli utenti si fa sempre più infuocata, e se da una parte la società civile inizia a manifestare per i suoi diritti col supporto di Apple, Facebook e Twitter, dall'altra fioccano le prime iniziative di legge che puniscono le società contrarie a sbloccare gli iPhone altrui.

Oramai è chiaro: la strage di San Bernardino avrà ripercussioni ben oltre la vicenda in sé. Negli USA il dibattito sulla protezione dei dati degli utenti si fa sempre più infuocata, e se da una parte la società civile inizia a manifestare per i suoi diritti col supporto di Apple, Google, Facebook e Twitter, dall’altra fioccano le prime iniziative di legge che puniscono le aziende contrarie a sbloccare gli iPhone altrui.

[related layout=”big” permalink=”https://www.melablog.it/post/188336/terroristi-san-bernardino-cosa-chiede-lfbi-e-cosa-non-fara-apple”]Le richieste dell’FBI, legittime o meno che siano, non garantiscono la certezza di accedere ai dati nascosti nel telefono del terrorista di San Bernardino. Ecco cosa potrebbe fare Apple per sbloccare iPhone, se lo volesse.[/related]

[related layout=”right” permalink=”https://www.melablog.it/post/188325/crittografia-iphone-google-si-schiera-con-apple-e-donald-trump-minaccia”]Dopo i tragici eventi di San Bernardino, l’FBI ha chiesto ad Apple di aprire iPhone agli inquirenti. Apple, fiutando i rischi per gli utenti, si è rifiutata; e se da una parte incassa la solidarietà di Google, dall’altra le piovono addosso gli anatemi di Donald Trump.[/related]

L’immagine che vedete in cima al post ritrae la protesta organizzata da Fight for the Future contro le richieste del governo di decrittare l’iPhone di uno dei terroristi di San Bernardino in cui hanno perso la vita 14 persone. Ecco perché il motto della campagna è “Non do il consenso a frugare in questo dispositivo.” “È molto importante che riteniamo le società responsabili per i loro errori, ” spiega un attivista, “ma è altrettanto importante che le supportiamo quando fanno qualcosa di giusto.”

Ma Apple non è sola; nelle ultime ore anche colossi del calibro di Google, Facebook e Twitter si sono unite alla causa supportando Cupertino. Anzi, Twitter ringrazia Cook per aver preso la leadership della campagna di solidarizzazione, e Facebook denuncia il rischio che si crei un “agghiacciante precedente e un ostacolo per le aziende.”

In questo contesto, il senatore della North Carolina Richard Burr sta lavorando ad un disegno di legge che criminalizzi il comportamento assunto da Apple e le altre multinazionali; l’idea di fondo è che le pressioni fatte verso le società high-tech si trasformino in veri e propri obblighi con risvolti penali. E le implicazioni di un’impianto di legge simile, fa da sé, si propagherebbero ben oltre i confini degli Stati Uniti.

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