Accadeva Ieri: quando OS X iniziò a diffondersi sui comuni PC

9 anni fa, subito l'adozione dei processori Intel su Mac, Apple dovette dare inizio ad una lunga guerra legale per impedire che OS X finisse installato sui comuni PC.
9 anni fa, subito l'adozione dei processori Intel su Mac, Apple dovette dare inizio ad una lunga guerra legale per impedire che OS X finisse installato sui comuni PC.


Il 10 agosto 2005, su Melablog parlavamo dello sbarco non ufficiale di OS X sui comuni PC Intel. Apple aveva da poco annunciato la storica decisione di abbandonare l’architettura PowerPC sviluppata al rallenty da IBM per abbracciare le CPU di stirpe X86; fu una scelta dolorosa ma necessaria, fonte di cocenti delusioni ma anche di eccitanti potenzialità. Windows e OS X non furono mai tanto vicini, e infatti una delle più interessanti possibilità era rappresentata dalla virtualizzazione dell’OS Microsoft con prestazioni finalmente degne. Una cosetta che ora diamo tutti per scontata, ma che al tempo aprì davvero nuovi orizzonti.

Leggi cosa scrivevamo nel 2005: Mac OS X su Pc, la Mela sguinzaglia i suoi legali

Portare OS X sotto il comun denominatore di Intel portava in dote parecchi rischi. Primo fra tutti, che il “Sistema Operativo più evoluto al mondo” (così lo definisce Apple) e fiore all’occhiello della società finisse per girare su anonimi assemblati o peggio ancora su cloni non autorizzati.

C’è stato un tempo, a metà degli anni ’90, in cui Apple concedeva in licenza MacOS e questo la portò sull’orlo del fallimento; poi tornò Jobs e cancellò tutti i contratti in essere, costringendo Apple a indebitarsi ulteriormente e portandola al contempo alla salvezza. I Sistemi Operativi di Cupertino sono il gioiello per cui gli utenti continuano a comprare hardware con la mela, e l’iCEO lo sapeva benissimo. Ecco perché, scottato da questi eventi, ingaggiò una lotta senza quartiere contro le installazioni abusive, fatte cioè in violazione della licenza EULA che accompagna OS X.

Il 28 agosto 2005, i legali di Cupertino fecero piazza pulita di ogni riferimento diretto o indiretto ad OS X su PC; la mela costrinse i siti Web a rimuovere non soltanto i collegamenti ai file Torrent per scaricare la Beta di Tiger ottimizzata per Intel, ma perfino i link per scaricare i video che osavano mostrare gli Hackintosh funzionanti.

Ovviamente, a quei tempi (ma anche oggi, in realtà) occorrevano configurazioni molto particolari perché l’alchimia funzionasse. Innanzitutto, serivano diverse patch sul Kernel del Sistema Operativo, e poi bisognava pure procurarsi dell’hardware che somigliasse il più possibile a quello installato su Mac (in particolare, processore con supporto a istruzioni SSE3 e scheda grafica con chipset GMA900). E anche così, si incappava in problemi e incompatibilità varie. I risultati però portarono a successi sempre maggiori, e oggi il filone degli Hackintosh (o CustoMac) è quanto mai fiorente, con guide e how-to per tutti i gusti e tutte le tasche, tipo tonyMacx86.

La fregatura consiste nel fatto che ogni aggiornamento potrebbe trasformarsi in una mina per il sistema, rendendolo instabile o impedendogli di avviarsi. Così, se da una parte gli smanettoni possono crearsi da sé configurazioni più potenti di quelle Apple a costi inferiori, dall’altra sono costretti a vivere in un eterno chi-va-là. Insomma, fate le vostre valutazioni, e poi decidete se non vale la pena spendere qualcosa in più per vivere tranquilli: il mondo è bello perché è vario, no?

Leggi anche: quando iniziarono a diffondersi i cloni Apple

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