La magia della prima Mela


Torino, città magica, piazza C.L.N.. Qui nel 1975 Dario Argento girò alcune scene del film Profondo Rosso. Sullo sfondo le statue del Po e della Dora che volgono entrambe lo sguardo verso un negozio di abiti casual, come se vigilassero sul Santo Graal custodito all’interno.

In vetrina maglie, pantaloni, giacche impermeabili, ma anche scatole di iPad e iPod touch. Sul vetro un adesivo, “Un omaggio alla rivoluzione del software”. Non resta che entrare.

Un negozio come tanti all’apparenza, lo sguardo perso tra gli indumenti incontra quello di una gentile commessa. Con un garbato sorriso indica le scale e l’ascensore di vetro che conducono al piano inferiore. Un paio di rampe, un’ampio spazio espositivo, abbigliamento sugli scaffali delle pareti. Macchie di colore che fanno da sfondo a due teche centrali.

Apple I a Torino
Apple I a Torino
Apple I a Torino
Apple I a Torino

I commessi servono i clienti che approfittano degli ultimi saldi, nessuno sta guardando le teche. I clienti avranno sicuramente notato quei vecchi computer esposti. Solo modernariato avranno pensato.

Certo c’è un Commodore 64, l’home computer più diffuso negli anni ’80, ma ci sono anche computer più vecchi, come un Macintosh, un Apple Lisa e un Apple II, c’è perfino un Altair 8800 del 1975.

Apple I a Torino
Apple I a Torino
Apple I a Torino
Apple I a Torino

Il pezzo di maggior prestigio di questa esposizione è però uno dei pochissimi esemplari rimasti del mitico Apple I. Solo un circuito stampato, con sopra tre grossi condensatori azzurri, un dissipatore, una piccola scheda e poi tanti piccoli chip tutti montati su appositi zoccoli. Tutto qui. All’epoca l’Apple I veniva venduto così, senza case, doveva provvedere il cliente a costruirselo in modo artigianale.

In alto campeggia una foto di Steve Wozniak e Steve Jobs, molto giovani, seduti di fronte all’Apple I. Gli occhi rimbalzano dalla foto alla scheda nella teca per un rapido confronto, quello nella teca è proprio un Apple I.

Davanti alla scheda la musicassetta contenente il Basic, il linguaggio di programmazione, ma anche l’interprete dei comandi. Di fianco il manuale ed una lettera firmata da Steve Jobs in cui risponde alle domande su quale tastiera e quale monitor utilizzare. L’Apple I è infatti considerato il Santo Graal dell’informatica, il primo computer della storia pensato per essere collegato ad un monitor e ad una tastiera.

Apple I a Torino
Apple I a Torino
Apple I a Torino
Apple I a Torino

Contemplare questi oggetti è come ascoltare la radiazione cosmica di fondo del Big Bang, il vagito dell’universo. La nascita di Apple e l’origine del personal computer.

Eppure la sensazione è di trovarsi davanti a qualcosa di assolutamente familiare, in questi oggetti c’è tutto il DNA di Apple tramandato dal 1976 ad oggi.

Quando Apple parla di magia parla di una strana alchimia che era già presente nell’Apple I, la genialità e l’innovazione portate in dote da Steve Wozniak, la lungimiranza e le capacità di comunicazione da Steve Jobs.

La pubblicità dell’Apple Lisa dell 1983 recita:

Apple inventa il personal computer. Nuovamente.

Il reinventare nuovamente è uno slogan utilizzato ancora oggi dal marketing Apple, per sottolineare lo spirito innovativo dell’azienda di Cupertino.

La lettera scritta nel 1976 termina invece con questa frase:

Se avete altre domande per favore chiamateci o scriveteci

E Jobs non ha mai smesso di rispondere.

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