Per evitare i graffi, rallenta la produzione di iPhone 5

Per evitare il malumore degli utenti e il numero di graffi out-of-the-box, Apple ha deciso di aumentare i controlli qualità negli impianti Foxconn. Ciò tuttavia ha comportato rallentamenti notevoli nella produzione.
Per evitare il malumore degli utenti e il numero di graffi out-of-the-box, Apple ha deciso di aumentare i controlli qualità negli impianti Foxconn. Ciò tuttavia ha comportato rallentamenti notevoli nella produzione.

Qualcuno col piglio artistico avrà pur fatto di necessità virtù, ma un graffio sulla scocca di un dispositivo da 900€ appena tirato fuori dalla confezione è sempre una gran seccatura. E così, per evitare polemiche, Apple ha deciso di aumentare i controlli di qualità; ciò, tuttavia, ha causato anche un notevole rallentamento nella catena produttiva.

Il rischio per Cupertino era di ritrovarsi con un numero ingestibile di resi per ragioni estetiche, ed ecco perché è dovuta correre ai ripari:

I graffi, causa del malcontento degli utenti dopo il debutto del nuovo iPhone lo scorso mese, sono dovuti alla decisione di Apple di utilizzare un tipo di alluminio che consente di produrre smartphone più sottili e leggeri. Alcuni manager senior Apple hanno chiesto ai dirigenti Foxconn di irrobustire gli standard produttivi entro la fine di settembre; questo ha affermato la nostra fonte, chiedendo di restare anonima per ragioni di privacy.
Prestazioni migliori hanno tuttavia ostacolato la produzione del rivestimento in alluminio anodizzato dell’iPhone, costringendo la Hon Hai Precision Industry Co. di Foxconn a fermare le fabbriche.

In pratica, interi impianti restano ciclicamente fermi -come è accaduto lo scorso 6 ottobre- per mancanza di componentistica. Ma è uno stato di cose che implica almeno due considerazioni. Primo, il tentativo fatti da Schiller di minimizzare il fenomeno lascia il tempo che trova, per non dire di peggio. E poi, c’è il rischio che richieste sempre più pressanti contribuiscano ad aumentare lo stress dei dipendenti Foxconn, già sul piede di guerra ben prima dell’introduzione della nuova policy. Circa una settimana fa parlavamo giustappunto di uno sciopero negli stabilimenti di Zhengzhou che ha coinvolto dai 3.000 ai 4.000 operai e proprio a causa degli alti standard qualitativi richiesti da Apple. La scintilla, insomma, è nuovamente pronta a far detonare il tutto.

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