Jailbreak, negli USA è legale su iPhone ma non su iPad

Un nuovo controverso emendamento alle eccezioni previste per il DCMA rende illegale il jailbreak per iPad ma non per iPhone. L'unlock, però, non sarà più tollerato.
Un nuovo controverso emendamento alle eccezioni previste per il DCMA rende illegale il jailbreak per iPad ma non per iPhone. L'unlock, però, non sarà più tollerato.

Il paese che ha fatto parlare di sè per aver legalizzato la pratica del jailbreak torna a far scalpore con un controverso emendamento alla legge che, di fatto, lascia il campo libero su iPhone ma non su iPad e sugli altri tablet. Le nuove norme entrano in vigore negli USA a partire da domenica prossima.

La decisione è giunta attraverso lo U.S. Copyright Office, su richiesta della Business Software Alliance (BSA), di cui Apple fa parte. Tale ufficio ha facoltà, se riscontra le condizioni necessarie, di consentire determinate eccezioni al Digital Millennium Copyright Act (DCMA), ovvero la legge che rende illegale l’elusione dei DRM. La modifica del software Apple, cioè il jailbreak di iOS, è lecita sin dal luglio 2010, quando con gran sorpresa di tutti fu approvata un’eccezione al DMCA cui Cupertino si oppose fieramente.

Ora, però, la BSA ha ottenuto un nuovo emendamento sulla base del fatto che non c’è pirateria su iOS se non c’è jailbreak:

Il jailbreak permette l’installazione e l’esecuzione di software piratato -cioè privo di licenza- sui dispositivi mobili. Sussiste quindi un legame diretto tra la pirateria e l’elusione del TPM [[misure tecniche di protezione”, n.d.A.]; il jailbreak è il pre-requisito per valorizzare le app piratate.

Il che corrisponde certamente a verità, ma non la spiega tutta. Tant’è che l’Electronic Frontier Foundation (EFF) ha subito scritto al Copyright Office per contestarne l’operato:

Ci sono molto scopi legittimi -che non violano alcun diritto- tra gli usi che si può fare del jailbreak o del rooting di un dispositivo. Tali ragioni spaziano dall’installazione di applicazioni legittime ma non approvate dal venditore del dispositivo, fino alla personalizzazione del look&feel del dispositivo, o anche solo per trasformare il telefono in un flash.

Che dire infatti delle geniali estensioni di sistema come SwipeBright, SwipeSelection o iBluetooth? Ma l’aspetto più curioso della vicenda, probabilmente, è che le nuove norme riguardano tablet, consoles e DVD, e non gli smartphone. Inoltre, se su iPhone il jailbreak è e resta legale, lo sblocco della parte telefonica -il carrier unlock- non lo è più; infondo, argomenta l’Ufficio del Copyright, “sebbene non tutti i telefoni mobili siano venduti sbloccati, ce ne sono molti venduti in questo modo, motivo per cui le nuove regole non dovrebbero danneggiare il mercato.”

Un bel pastrocchio, insomma, cui prima o poi il legislatore dovrà probabilmente rimettere mano. La EFF ne è certa: “è sgradevole che il Copyright Office non abbia compiuto il salto logico successivo ed abbia esteso l’eccezione al jailbreak anche ai tablet e alle consoles, ma restiamo certi che lo farà al prossimo round.” Le nuove regole entreranno in vigore il 28 ottobre e decadranno soltanto dopo tre anni.

Photo | US Copyright Office

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