Fenomenologia dell'iPhone "tricolore"


Bene, a quasi un anno dalla prima apparizione nei negozi americani viene annunciata la disponibilità di iPhone nel nostro paese. Addirittura, dato che non ci facciamo mancare mai nulla, l’Italia sarà (a meno di nuovi accordi ancora da annunciare) l’unico paese ad avere lo smartphone di Cupertino proposto da più di un carrier, senza quell’accordo di esclusività che ha contraddistinto finora la politica commerciale voluta da Steve Jobs. E, ovviamente, senza revenue sharing.

Ma il belpaese, lo sappiamo tutti, è un mercato particolare: alcuni dicono sia, per quanto riguarda la telefonia mobile, il più avanzato al mondo; altri dicono semplicemente che sia strano, e complicato.

Logica vorrebbe che iPhone venisse offerto dai due operatori con formule contrattuali diverse, andando a captare fasce diverse di mercato. Tradizionalmente legata alla “scheda ricaricabile”, l’utenza italiana dovrebbe essere assecondata, con formule ibride che non rappresenterebbero, tra l’altro, una novità assoluta: già nel catalogo di entrambi i carrier vi sono soluzioni che, pur nominalmente ricaricabili, prevedono un prelievo fisso mensile che garantisce una quota prevista di servizi erogati.

Sarà poi interessante vedere se, con il debutto di una versione UMTS di iPhone (che, ricordiamo, T-Mobile ha già annunciato ufficialmente per l’Austria), verranno mantenute formule dati flat o semi-flat: il forte legame tra la vocazione multimediale del dispositivo e l’offerta flat è stata, secondo molti, una delle chiavi del successo riscontrato finora. Fatto salvo, ovviamente, il fenomeno dello “sblocco”.

Tuttavia la domanda chiave, in questo futuro “a doppio carrier”, riguarda le tariffe: si faranno, TIM e Vodafone, reale concorrenza? In fondo avranno in catalogo l’oggetto del desiderio di moltissimi utenti, motivati già in partenza a portarsi a casa iPhone.
Il principale scopo del marketing dei due carrier, dunque, sarà quello di “scipparsi” a vicenda i clienti provenienti dalla concorrenza. Bisognerà vedere se tale scopo lo si raggiungerà con una sana battaglia sui prezzi o se ci si limiterà a marcare l’avversario operando un imponente bombardamento mediatico, in piena continuità con il recente passato delle due aziende.

A proposito di questo, TIM e Vodafone non potranno certo fare affidamento sul supporto di Apple, che si è sempre dimostrata piuttosto “tirata” quando si è trattato di fare pubblicità in Europa in generale ed in Italia in particolare. Negli ultimi due lustri si ricordano solamente 2 campagne (se tali si possono chiamare) di Cupertino sul suolo italico: il brevissimo passaggio televisivo dello storico spot Think Different doppiato da Dario Fo (andato in onda per meno di una settimana, nel 1997) e le “2 pagine 2” acquistate sui 2 maggiori quotidiani in occasione del lancio di iTunes Music Store. Roba da costringere alla fame le concessionarie pubblicitarie.

Sarà dunque compito di TIM e Vodafone, e quindi delle accoppiate De Sica-Canalis e Totti-Gattuso, fare in modo che iPhone si colori più dell’uno o dell’altro carrier. Come recita il proverbio: alla gloria non si giunge per via fiorita

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