Cause contro Apple: le 7 più curiose

Dalla nonnina miope che entra correndo in un Apple Store e si rompe il naso, al complotto con la mafia e l'FBI che metteva minacce negli iPod.
Dalla nonnina miope che entra correndo in un Apple Store e si rompe il naso, al complotto con la mafia e l'FBI che metteva minacce negli iPod.


La ricchezza di Apple non è un mistero. È quindi facile capire perché ogni pretesto sia buono per fare causa alla società di Cupertino, continuamente sommersa da azioni legali più o meno serie.

Tra le centinaia di citazioni in giudizio ricevute da Apple negli anni, è possibile trovare dei casi quantomeno curiosi. Di seguito la classifica dei primi sette.

1. La nonnina che voleva entrare nell’Apple Store

Evelyn Paswall, 83 anni, stava entrando a passo svelto nell’Apple Store di Long Island (USA) per restituire un iPhone. La nonnina miope non aveva però fatto i conti con la classica porta di vetro trasparente contro la quale è andata a sbattere violentemente rompendosi il naso.

L’anziana signora ha citato in giudizio Apple per un milione di dollari sostenendo che la facciata in vetro degli Apple Store è un pericolo per gli anziani. L’avvocato della signora Paswall ha dichiarato che “Apple vuole essere accattivante e moderna ed utilizza un tipo di architettura che attira la folla ma d’altro canto, bisogna considerare il pericolo che questo stile crea per qualcuno”. Le bande bianche che Apple utilizza da sempre per evitare questi spiacevoli inconvenienti non sono state considerate una precauzione sufficiente.

2. L’assistente virtuale inadeguato

Frank M. Fazio ha ammesso di essere stato così attratto dagli spot Apple su Siri da decidere di acquistare un iPhone 4S. Si è però accorto che le promesse di Apple erano “false e fuorvianti” ed ha avviato una class-action lo scorso 6 marzo.

Tentando di “creare appuntamenti, trovare ristoranti ed imparare gli accordi di classici del rock con Siri”, Frank si è reso conto di avere a che fare con un assistente virtuale “stupido e pigro”.

L’utente sostiene che Siri si può considerare “al massimo come un work in progress”. A nulla è servito replicare che l’indicazione di “Beta”, presente sin dall’annuncio di Siri sul sito Apple, indica proprio che gli ingegneri stanno ancora lavorando sul progetto.

3. Il più sottile di tutti

Il 14 settembre 2011 Apple ha ufficialmente ottenuto il diritto di chiamare il suo iPhone 4 “il più sottile smartphone del mondo” in seguito alla decisione della Advertising Standards Authority (UK) che ha respinto l’azione legale di Samsung.

Il colosso coreano aveva cercato di dimostrare che il suo Galaxy S II era più sottile misurando 8,71 mm contro i 9,3 mm dell’iPhone 4. Apple si è difesa a suon di righello dimostrando che Samsung aveva considerato solo la parte più sottile del suo smartphone e che aveva ignorato le misure della parte superiore del dispositivo (9,91 mm).

La corte ha convenuto che agli utenti interessano le dimensioni generali e non solo il punto più sottile.

4. Il complotto con la mafia

Siamo nel 2009, Gregory McKenna, residente a Beverly Hills (USA) cita in giudizio Apple e altre nove imputati (tra cui l’FBI e un’officina meccanica) chiedendo 14 milioni di dollari di risarcimento. Il tale afferma di essere vittima di un vasto complotto ordito dalla mafia che voleva riassumerlo in una sua agenzia di moda.

McKenna si presenta alla polizia convinto che Apple abbia inserito ricevitori clandestini nei suoi iPod permettendo alla mafia di fargli arrivare le minacce direttamente in cuffia, tra una canzone e l’altra. In particolare afferma di aver sentito distintamente la frase “ti uccideremo” mentre ascoltava una playlist.

5. L’astronomo arrabbiato

Nel 1995 Apple si preparava al lancio del Power Macintosh 7100 cui aveva dato il nome in codice interno di Carl Sagan, il famoso astronomo. Lo studioso non la prese bene e citò Apple per uso non autorizzato del proprio nome. Si arrivò ad un accordo amichevole ed Apple cambiò il nome in codice in BHA, probabile acronimo di “butt-head astronomer”. Sagan si sentì preso in giro dalla cosa e denunciò Apple per diffamazione perdendo in primo e in secondo grado di giudizio.

Gli avvocati di Cupertino insistettero comunque perché il nome in codice del 7100 fosse cambiato ancora: fino all’uscita sul mercato, il Power Macintosh 7100 si chiamò: LAW, “lawyers are wimps” (“gli avvocati sono pappamolle”)

6. Una causa colorata

Nel maggio 2007 due fotografi portarono Apple in tribunale con l’accusa di mentire nelle caratteristiche dei suoi MacBook: le preferenze di sistema parlavano di LCD a milioni di colori mentre i due fotografi sostenevano che la dicitura fosse ingannevole in quanto i milioni di colori si ottengono con tecniche software.

Apple optò per un accordo riservato nel marzo 2008 ma, come i due fotografi Elmer e DeWitt hanno avuto modo di notare, nelle preferenze di sistema di OS X continuò a rimanere la dicitura “milioni di colori”.

7. La violenza immaginaria

Nell’ottobre 2007, Riches, un detenuto della prigione federale del South Carolina (USA) ha dichiarato di essere stato sodomizzato con un iPhone da un secondino, tale Philip Woolston. Il detenuto ha pensato bene di citare in giudizio non solo il presunto aggressore, ma anche il compianto Steve Jobs e Apple intera sostenendo che il secondino conosceva personalmente il co-fondatore di Apple.

Secondo le sue dichiarazioni, l’aggressore l’avrebbe minacciato dichiarando di conoscere Steve Jobs e sostenendo che quest’ultimo l’avrebbe punito se non avesse accettato la violenza.

Circa un mese dopo, il detenuto ha ritirato la denuncia: “Woolston e la Apple Inc. mi hanno violentato nei miei sogni e non nella vita reale”. “Non posso citare un sogno”, ha ammesso con un pizzico di rammarico.

[via The week]

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