Apple VS. Samsung, gli esperti in causa spiegano i 2 miliardi di danni

Per sostenere le proprie tesi in Tribunale, Apple si è rivolta ad una coppia di esperti cui sarà demandato il compito di dimostrare alla giuria per quali ragioni Samsung deve ad Apple 2 miliardi di dollari di danni.
Per sostenere le proprie tesi in Tribunale, Apple si è rivolta ad una coppia di esperti cui sarà demandato il compito di dimostrare alla giuria per quali ragioni Samsung deve ad Apple 2 miliardi di dollari di danni.

Aggiornamento del 9 aprile 2014, a cura di Giacomo Martiradonna.

La causa legale che vede contrapposte Apple e Samsung per la presunta violazione di 5 brevetti riguardanti iPhone vale la bellezza di 2 miliardi di dollari. Ecco perché la difesa di Cupertino ha deciso di assoldare due esperti che si occuperanno di spiegare in modo semplice alla giuria per quale ragione Samsung debba essere condannata. E in entrambi i casi, gli argomenti suonano estremamente agguerriti e convincenti.

Ogni funzionalità ha un costo

John Hauser, professore di marketing presso l’MIT Sloan School of Management, ha una teoria molto interessante. A suo modo di vedere, tutti i brevetti di cui Samsung si sarebbe indebitamente appropriata -tipo lo Slide to Unlock– avrebbero reso i suoi gingilli molti più interessanti per i consumatori; e grazie a un sondaggio condotto su 966 clienti Samsung (507 possedevano telefoni e 459 tablet), ha anche quantificato il guadagnano indebito: è bastato stabilire quanto pagherebbero in media gli utenti per ogni singola feature, dalla ricerca universale alla sincronizzazione in background, dai link rapidi alla correzione automatica. E la conclusione è che ognuna delle tecnologie oggetto del contendere vale una cifra compresa tra 32 e 102 dollari, per singolo utente:

“Le funzioni che sono state rese possibili dai brevetti contesi in questo caso hanno un impatto misurabile sulla domanda di dispositivi Samsung da parte dei consumatori,” ha affermato Hauser durante la sua testimonianza martedì.

E basta moltiplicare quelle cifre per il numero di utenti Samsung in circolazione, per farsi una vaga idea del terrore che deve aver pervaso il management della società sudcoreana.

Samsung, dal canto suo, si è difesa sostenendo la fallacia della metodologia di Hauser, perché basata sull’assunto che Samsung abbia venduto i suoi dispositivi solo ed esclusivamente per la somiglianza con quelli Apple, e non per meriti propri. Inoltre, ha anche fortemente criticato un approccio che dà eccessiva enfasi all’importanza del brand Samsung e Android.

I conti della serva

A Chris Vellturo, l’altro esperto (in economia, stavolta) chiamato in causa, era demandato invece il compito di illustrare come si arriva a 2 miliardi di dollari di danni complessivi. Il totale, ha spiegato, dipende dalla somma dei profitti persi e delle royalty che sarebbero derivate dai milioni di dispositivi Samsung commercializzati:

“È un mercato moto ampio e Samsung ne ha tratto immensi profitti,” ha affermato Vellturo, prima di entrare nel dettaglio delle sue stime. La presunta violazione perpetrata da Samsung, ha dichiarato, è giunta in un periodo di crescita considerevole, in un mercato in piena esplosione, in cui la gente stava comprando il suo primo smartphone.
“È un periodo particolarmente significativo in cui è avvenuta la violazione da parte di Samsung,” ha affermato Vellturo, aggiungendo che il primo acquisto di ognuno è un fattore determinante per gli acquisti futuri di telefoni e tablet. Ha aggiunto che Samsung era indietro per quanto concerne la facilità d’uso e si è avvalsa del know-how di Apple per cercare di essere più competitiva.

Vedremo chi la spunterà. Per ora, gli interventi di Apple si concludono qui; la settimana prossima, Samsung presenterà le sue istanze di violazione di brevetto, con una richiesta di risarcimento danni a carico di Apple pari a 7 milioni di dollari. Il processo poi avanzerà fino alla fine del mese, quando la giuria si riunirà per deliberare.

Apple contro Samsung: la seconda causa spiegata con grafici

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Aggiornamento del 4 aprile 2014, a cura di Ruthven

Apple aveva pagato a caro prezzo la complessità della causa intentata contro Samsung, nel primo giudizio che aveva contrapposto le due multinazionali. Un secondo parziale giudizio si era reso necessario a causa di errori di forma da parte del giudice e dei giurati, il che è costato ad Apple un parte del risarcimento ottenuto in prima istanza: del 1 miliardo e passa di dollari ottenuto, i danni dovuti da Samsung erano stati ridotti a 599 milioni di dollari, mentre un appello è tutt’ora in corso.

Va detto che la prima causa Apple contro Samsung, per violazione di proprietà intellettuale, non era per niente semplice: vedeva implicati tre tipi diversi di brevetti (design, uso e standard), due tipi di imballaggio (registrato e non), ventuno dispositivi Samsung (sia smartphone che tablet, con nomi come Captivate, Indulge, Mesmerize e Vibrant) e tre entità diverse della stessa Samsung (Samsung Electronics Co., Samsung Electronics America e Samsung Telecommunications America). Di che perderci realmente la testa!

Apple ha quindi imparato la lezione e stavolta ha preparato un promemoria per i giurati, sotto la forma di tabelle semplici da leggere e che riassumono la causa in atto. Il processo, nel quale Samsung è coinvolta, si riassume questa volta in: cinque brevetti, dieci prodotti e per ogni prodotto, il brevetto Apple che starebbe sfruttando abusivamente.

Poi, se guardiamo i dispositivi, somigliano tutti all’iPhone 3GS (anch’esso riprodotto nell’immagine fornita da Apple), sia nella forma che nel design, pulsante Home sotto lo schermo incluso. Samsung si è finora difesa, e la cosa è stata parzialmente riconosciuta da Apple, che l’iPhone non implementa più della metà dei brevetti contestati. In altre parole, Samsung starebbe usando una tecnologia di proprietà di Apple, ma senza arrecare nessun danno alla casa di Cupertino perché questa non sfrutta questi brevetti nei suoi dispositivi. Toccherà ai giudici decidere, anche su questa questione.

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Via | Fortune

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Apple contro Samsung: 2 miliardi di dollari per 5 brevetti

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Scritto da: Rosario – mercoledì 2 aprile 2014

Mentre il mondo pensava ai pesci d’aprile, nella prima giornata del mese Apple e Samsung sono tornate a fronteggiarsi in tribunale, in quello che si preannuncia il nuovo procedimento legale di maggiore interesse, dopo quello del 2012. Allora, l’oggetto del litigio erano alcuni brevetti legati al design dei dispositivi, mentre ora Apple ha deciso di scatenare il fuoco sull’azienda coreana, chiedendo i danni per la presunta violazione di alcuni brevetti legati ad iOS. Nel dettaglio, da quel di Cupertino si è levata una richiesta di 2 miliardi di dollari, mentre i brevetti oggetto della disputa sono in totale cinque.

Il primo brevetto è il numero 5.946.647, intitolato ”System and method for performing action on a structure in computer generated data”: al di là di quanto il nome possa dire, detto in parole povere si tratta della funzionalità che permette al sistema operativo di Apple di riconoscere negli SMS e altri testi alcune frasi, mostrando un relativo link all’utente. Vi sarà sicuramente capitato di ricevere per esempio un messaggio in cui qualcuno vi dà appuntamento a una certa ora, visualizzando poi il collegamento per creare un evento o visualizzare data e orario nel calendario.

Il secondo brevetto è invece il numero 6.847.959, intitolato “Universal interface for retrieval of information in a computer system, a patent that Apple claims is central to universal search”: anche in questo caso, la funzionalità di iOS associata si spiega piuttosto facilmente, visto che si tratta della capacità della schermata di ricerca di andare a interrogare tutti i tipi di contenuti presenti sul dispositivo, fornendo così per una determinata chiave di ricerca dall’eventuale musica alle applicazioni collegate, passando per i contatti presenti in rubrica. Il terzo brevetto è invece il 7.761.414, intitolato “Synchronous data synchronization among devices”, e qui le cose si fanno più difficili da spiegare: si tratta in sostanza della tecnologia software che si trova dietro alla capacità dei dispositivi Apple di sincronizzarsi in modo sincrono tra loro.

Il brevetto numero quattro è il numero 8.046.721, il cui titolo si spiega da solo: “Unlocking a device by performing gestures on an unlock image” è infatti il nome associato alla gesture sul display che permette di sbloccare il dispositivo, quando quest’ultimo si trova in fase di non utilizzo. Piuttosto semplice anche il quinto e ultimo brevetto, il numero 8.074.172 individuato come “Method, system and graphical user interface for providing word recommendations”: in questo caso è infatti il correttore automatico di parole da parte di iOS l’oggetto della presunta violazione.

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Via | Businessinsider.com | 9to5mac.com

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