Apple: pressioni per far comprare nuovi iPhone, invece di riparare i vecchi

Alla luce dei deludenti risultati fiscali relativi ad iPhone, Apple sta dando sfogo ad una serie di iniziative molto aggressive a mai viste prima.
Alla luce dei deludenti risultati fiscali relativi ad iPhone, Apple sta dando sfogo ad una serie di iniziative molto aggressive a mai viste prima.

A inizio 2019, Tim Cook ha dovuto abbassare di 9 miliardi di dollari le previsioni di fatturato a causa del drastico calo nel numero di utenti che aggiorneranno il proprio iPhone, dovuto ad una serie di ragioni macro-economiche. E così, per contrastare il rallentamento nelle vendite, sono state avviate diverse iniziative di marketing piuttosto atipiche perla mela; e ora siamo arrivati forse al parossismo.

Tutto è iniziato con la lettera di Tim Cook che annunciava risultati fiscali meno brillanti del preventivato; apriti cielo: azionariato in subbuglio, nevrosi collettive, crollo in Borsa e casino mediatico. Quel che sorprende in questa vicenda, tuttavia, è la risposta che ha dato Apple al problema.

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Ben presto, e un po’ alla chetichella, sono iniziate infatti offerte limitate sulle permute per l’acquisto di iPhone XR e iPhone XS, dapprima in Giappone e poi perfino qui a noi. Poi, hanno iniziato ad arrivare i banner sul sito Apple, le mail ai possessori dei vecchi modelli, editoriali su App Store, impianti pubblicitari e insegne nei negozi fisici, e così via. Tutte tecniche aggressive e inedite per la mela.

Negli Apple Store, parte dello staff marketing è stato riassegnato alle vendite di iPhone, e di recente Angela Ahrendts è stata licenziata (formalmente, passa solo “lo scettro”) e al suo posto è arrivata Deirdre O’Brien come responsabile del Retail. Tutte dinamiche dietro le quinte che sottendono ad una riorganizzazione nel tentativo di migliorare i numeri.

Ma l’ultima tessera del mosaico ci ha davvero stupiti, forse perché restituisce davvero l’aria di panico che si respira a Cupertino, o forse perché inizia a pestare un po’ i piedi a noi utenti. D’ora in avanti, il Genius di turno tenderà a spingere affinché compriate un nuovo iPhone, ogni volta che portate il vecchio in assistenza. Lo spiega Gurman:

“A dicembre, i dirigenti Apple erano preoccupati della domanda, e così la società ha chiesto agli impiegati di promuovere i nuovi iPhone utilizzando metodi mai visti prima. Ai tecnici è stato detto di spingere i consumatori a cambiare iPhone, piuttosto che riparare il vecchio modello fuori garanzia. Gli addetti vendita senior dovevano sincerarsi che gli altri addetti stessero suggerendo di cambiare telefono, e cartelloni su piedistallo pubblicizzavano le generose [generose per gli stitici standard Apple, n.d.A] supervalutazioni per iPhone XR. La pagina online di Apple è stata rimpiazzata coi prezzi di iPhone ridotti grazie alle nuove tariffe sulle permute.”

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Comprendiamo i problemi della mela, che si riassumono tutti nelle recenti parole di Tim Cook: “i clienti tengono i loro iPhone un po’ più a lungo che in passato.” E ci verrebbe da dire anche ‘grazie tante.’ In passato, un iPhone di punta costava la metà di un iPhone high-end odierno, dunque è perfettamente nella normalità delle cose che le persone stiracchino il loro uso per ammortizzare la spesa. Ma non è tanto questo che ci infastidisce.

Uno porta l’iPhone a far riparare, e si aspetta di parlare di questione tecniche, tempi di riparazione e costi, senza doversi sorbire pure il pistolotto di marketing. A tal proposito, ci viene in mente una conversazione udita tra un utente e un addetto Apple Store l’anno scorso: signora entra in negozio e chiede quanto costerebbe far riparare il microfono Siri del proprio iPhone 5; la risposta -scontata e parziale- è stata ovviamente: “non conviene più ripararlo, meglio acquistare un telefono nuovo.” Il che cozza contro l’anima verde di Apple, che funziona a intermittenza, a seconda di chi ci deve guadagnare. Ma in un certo senso è vera, perché iPhone 5 sarebbe diventato ufficialmente obsoleto di lì a poco.

La signora sconsolata ammutolisce, annuisce e si avvicina alla porta. Al che, dopo uno sguardo d’intesa sovversiva, ci siamo avvicinati e le abbiamo sussurrato: “Lasci perdere i consigli dell’addetto e porti il suo iPhone in un qualunque negozietto di riparazioni non ufficiali. Se la cava con meno di 40€, e il suo iPhone potrà andare avanti per molti altri anni.” Questa sarebbe stata la risposta onesta, eco-compatibile e ragionevole che avrebbe dovuto dare il Genius. Ma poi, chi li sente gli azionisti?

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