Effetto iPhone: ecco come l'uso degli smartphone cambierà la specie umana

Un gruppo di ricercatori ha immaginato i cambiamenti indotti dall'uso pervasivo e crescente delle tecnologie all'evoluzione della specie umana. E il risultato è da serie horror.
Un gruppo di ricercatori ha immaginato i cambiamenti indotti dall'uso pervasivo e crescente delle tecnologie all'evoluzione della specie umana. E il risultato è da serie horror.

Se i cornetti che stanno crescendo sui crani dei teenager vi hanno messo in allerta, aspettate di sentire cos’hanno pubblicato quelli di Maple Holistics. I loro esperti hanno analizzato le modalità con cui interagiamo con la tecnologia, e hanno creato un modello 3D di quello che potrebbe essere l’uomo medio nel 2100. E vi farà venire i brividi.

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La tizia che vedete in cima al post è stata ribattezzata Mindy, e basta un’occhiata per rendersi conto che possiede una postura completamente innaturale. “Costringendo a passare molte ore con lo sguardo verso il basso, il telefono affatica il collo e pone la spina dorsale fuori equilibrio” spiega Caleb Backe, esperto di salute e benessere. “Di conseguenza, i muscoli nel collo devono compiere sforzi aggiuntivi per supportare la testa. Sedere di fronte al computer in ufficio per ore e ore anche significa che il torso tende a stare in posizione avanzata rispetto ai fianchi, laddove dovrebbe essere perfettamente allineato.”

L’aspetto più inquietante, però, è la mano che sembra quasi artrosica. In realtà, anche quello è solo un adattamento del fisico a ripetute sollecitazioni. “Il modo in cui teniamo i nostri telefoni può causare affaticamento di certi punti di contatto, causando la ‘morsa da messaggi’ e il ‘gomito a 90 gradi’ conosciuto anche come sindrome del tunnel cubitale,” ha chiosato invece il Dott. Nikola Djordjevic di Med Alert Help.

Ma c’è di più. “Gli esseri umani” conclude Kasun Ratnayake dell’Università di Toledo, “potrebbero sviluppare una palpebra interna per prevenire l’esposizione a un eccesso di luce, oppure l’occhio stesso potrebbe adattarsi in senso evolutivo, attivando filtri che bloccano la luce blu ma non altre forme d’onda come verde, giallo o rosso.”

Certo, sarebbe il colmo assistere a tutti questi cambiamenti nel giro di 80 anni, considerato che gli uomini hanno grossomodo il medesimo aspetto da oltre 5.000. D’altro canto, mai come negli ultimi secoli si è assistito ad un cambiamento tanto repentino del costume, della cultura e dell’avanzamento tecnologico della nostra specie. E mentre aspettiamo quest’orrido futuro distopico, chissà che Netflix non decida di farci una serie sopra. Noi la guarderemmo.

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