Vendite iPhone al palo, Cook ammette: "è colpa del prezzo elevato"

Durante la presentazione degli ultimi risultati fiscali, Tim Cook l'ha confessato. Il rallentamento nelle vendite di iPhone è collegato a uno schema di prezzi elevato.
Durante la presentazione degli ultimi risultati fiscali, Tim Cook l'ha confessato. Il rallentamento nelle vendite di iPhone è collegato a uno schema di prezzi elevato.

Oramai è conclamato: si sono venduti molti meno iPhone del previsto, e per l’iCEO serve ricorrere a una serie di ragioni per spiegare il fenomeno. Un po’ è per fattori macroeconomici, come il rallentamento dell’economia cinese e le politiche aggressive dell’amministrazione Trump, ma un po’ dipende anche dal fatto che gli utenti sono “meno proni a cambiare iPhone rispetto al passato.”

Cook parla in generale, ma in realtà la questione è molto più pronunciata nei mercati emergenti; è lì infatti che si è concentrato il rallentamento nelle vendite più consistente. Anzi, in alcuni paesi tra cui USA, Canada, Messico, Germania, Spagna, Corea del Sud e Italia, Apple ha segnato nuovi record di vendita.

In altri paesi, tuttavia, la flessione è stata evidente; prendiamo il caso della Turchia: a causa dei tassi di cambio, il fatturato della mela nel paese è calato di 700 milioni di dollari rispetto all’anno scorso. La forza del dollari, in altre parole, sta producendo danni enormi.

Inoltre, Cook ha additato anche la faccenda delle sovvenzioni dei gestori mobili, un tempo molto più diffuse, e ha menzionato esplicitamente il Giappone. A dire dell’iCEO, solo metà degli iPhone venduti nel paese sono stati sovvenzionati, laddove fino all’anno scorso la percentuale era di 3/4. Un declino dovuto alle modifiche alle normative locali, su cui Apple non ha potere.

A questo aggiungete i prezzi mediamente molto elevati dei dispositivi (“Ritengo fortemente che il prezzo costituisca un fattore” ha dichiarato Cook), e la promozione che ha permesso di sostituire oltre 11 milioni di batterie. Il risultato è un declino di -15% nel fatturato iPhone mondiale, che a sua volta si è riverberato in Borsa.

In ogni caso, rassicura Tim Cook, non c’è nulla di cui gli investitori dovrebbero preoccuparsi; la base d’utenza della mela è grande e molto attiva, leale e soddisfatta, e la cultura di Apple si fonda sull’innovazione. Come dire, le cose miglioreranno anche se iPhone ha raggiunto il punto di massima espansione sul mercato. Nel dubbio, però, il management ha intanto deciso di abbassare i prezzi e “commisurarli maggiormente al mercato locale.”E se non è un mea culpa questo…

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