L'amore reciproco tra Steve Jobs e il Giappone

Jobs fu sempre più attratto dal Giappone: religione, cultura, filosofia di vita, arte. Un interessante articolo da chi l'ha visto abbracciare il Sol Levante.
Jobs fu sempre più attratto dal Giappone: religione, cultura, filosofia di vita, arte. Un interessante articolo da chi l'ha visto abbracciare il Sol Levante.


Semplicità ed estetica sono due fattori ricercati da sempre da Steve Jobs, è risaputo. Pochi sanno, invece, che tale attrazione deriva anche dall’interesse maturato negli anni dall’iCEO nei confronti del Giappone: la religione, la cultura, la filosofia di vita, l’arte. Ne parla il giornalista Hayashi Nobuyuki, giornalista esperto di tecnologia, in un gradevole articolo su Nippon.com.

Si tratta di un vero e proprio amore reciproco tra Jobs e il Giappone, sin dal primo contatto avvenuto da parte dei giapponesi con il lancio del primo iPod che invase in poco tempo i trasporti pubblici e da parte di Zio Steve con l’avvicinamento al buddismo zen, ciò che ha influenzato maggiormente la sua filosofia e senso estetico. Il discorso tocca anche temi più concreti: Jobs fu affascinato dall’arte giapponese, la maestria nella selezione di colori e materiali al punto da creare un iMac del colore bianco identico a un tatami visto a casa di un amico, dice la leggenda.

Steve Jobs fu “innamorato” anche dell’ex presidente e fondatore di Sony Morita Akio, scomparso circa dieci anni fa e a cui dedicò un omaggio durante un Apple Event. Dall’esempio dell’azienda giapponese, che fornì ai propri dipendenti dei vestiti nel periodo successivo alla Guerra Mondiale, nacque l’intenzione di fornire un’uniforme all’interno di Apple. Fortunatamente ci fu una specie di rivolta interna e a Cupertino non fu imposto il maglione girocollo nero, jeans e sneakers.

L’ultima frase è volutamente ironica ma la lettura dell’articolo originale è degna di un rimando su Instapaper per poter scoprire interessanti aneddoti su Jobs.

Via | CultofMac
Photo | Flickr

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