PodArt: la videoarte rinasce su iPod

Da quando iPod è in grado di visualizzare i video, sul suo schermo è passato di tutto. Niente di più normale: quando un nuovo canale mediatico nasce, tutti vogliono sperimentare. Come per la tv, che prima di chiudersi nella logica dei format, ospitava esperimenti di ogni tipo. Tra questi anche quello della videoarte.

E sulla videoarte ci soffermiamo perché, anche se non è mai stata scritta una vera storia di questa corrente, di una cosa siamo certi: è una delle discipline artistiche che ha più giocato sulla varietà del supporto. Ci sono artisti che fanno videoarte per pellicole, dvd, trasmissioni televisive o hard disk. Oggi il nuovo supporto popolare è l’iPod, e questi contenuti non vogliono certo mancare all’appello. Ed ecco che la videoarte rinasce per l’ennesima volta, nei 320×240 pixel dei nuovi player di Apple. La prova più evidente è PodArt, una mostra al Fine Art in Space di New York. Qui nove artisti internazionali presentano le loro opere, in formato iPod…


Questi sono i pioneri dell’arte sul nostro player: i Gogol Bordello, i Legendary Shack*Shakers, Jason Cay Lewis, il duo MTAA, Marisa Olson, Adam Stennett, Lee Walton, Jeff Wyckoff e l’italianissmo Eugenio Percossi. Basta qualche click sulle pagine degli artisti per capire che non stiamo parlando di arte “comoda”, ma di provocazioni spesso forti.

Secondo gli organizzatori un ruolo ispiritavo è stato coperto proprio da Apple, “l’azienda leader della tecnologia più amata dalla maggior parte degli artisti”. La creazione dell’iPod, infatti, rappresenterebbe un passo maggiore verso l’intimità dell’utente, aprendo nuove frontiere per la video arte, che proprio a New York vide i suoi natali.

Qui però una piccola delusione la devo mostrare: ogni opera è prodotta in un solo esemplare e può essere venduta solo insieme all’iPod. Peccato, magari in futuro le vedremo in un canale speciale di iTunes Music Store…?

Nel frattempo, se avete la fortuna di passare per Long Island, sappiate che l’esposizone sarà aperta fino al 17 gennaio.

[via | Grazie Raffaele!]

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