Cybercafe di Apple: un'idea degli anni '90 mai realizzata


Gli Apple Store, come ogni altro prodotto Apple, sono divenuti importanti iconografie sociali che raggruppano attorno a loro la curiosità e, in molti casi, il fascino di molti. La massa di gente che accorre alle inaugurazioni, la calca e l’attesa che questi negozi riescono a creare, non trova casi simili nel mondo dei produttori di computer. Siamo sì abituati alle file per la Wii di Nintendo, per l’ultimo capitolo di Grand Theft Auto, ma nessuna di queste aziende ha un proprio store soprannominato “La Mecca”, come lo store di vetro newyorkese di Apple.

Prima della concezione degli Apple Store, però, a Cupertino avevano in mente qualcosa di ancora più grande: i Cybercafe di Apple.
Nel dicembre del 1996, Apple annunciò il proprio piano di costruzione di luoghi nei quali era offerta la possibilità di navigazione della Rete, effettuare videoconferenze con chi era seduto agli altri tavolini, ordinare i diversi servizi di caffetteria e permettere l’acquisto di prodotti Apple, il tutto attraverso pannelli elettronici disposti su ciascun tavolino. Si era inoltre paventata l’idea di creare stanze VIP per il noleggio da parte di aziende o professionisti.

Apple aveva già firmato partnership con altre aziende per la creazione e l’offerta dei tanti servizi che tale realtà avrebbe portato con sé. Ma ad un solo anno di distanza, un porta voce di Apple comunicò che il progetto veniva messo in stand-by, non per loro scelta ma per alcune decisioni prese dai partner in affari, senza però addurre alcuna motivazione.
Certamente la situazione finanziaria dell’azienda di Cupertino potrebbe aver giocato un ruolo decisivo in questo fermo alla realizzazione dei Cybercafe: in quegli anni, Apple scarseggiava sia per quanto riguardava le idee sia per il fatturato, per poi iniziare la propria “seconda vita” con il rientro di Jobs.

Cybercafe di Apple: un'idea degli anni novanta Cybercafe di Apple: un'idea degli anni novanta

Sin da quei tempi, Apple mostra e continua a farlo oggigiorno, in maniera più o meno celata, l’intenzione di voler creare un Apple-world (una sorta di Disneyworld per Apple-maniac), un luogo cioè nel quale è Apple ad offrire “tutto” e al quale il consumatore si sente legato: dalla ristorazione, al supporto tecnico, dall’ascolto di musica e navigazione Internet, sino all’acquisto dei propri prodotti, proprio come fanno i parchi tematici e le catene di ristorazione, il tutto per diffondere il proprio brand e “vincolare” ad esso (nel bene e nel male) il consumatore.

Se si unissero gli attuali Apple Store, con prodotti Apple, servizio di training e assistenza tecnica, a quanto già offerto da Starbucks, con wireless gratuito, servizi di caffetteria e musica acquistabile tramite iTunes Store, si avrebbe qualcosa di molto simile a quanto immaginato negli anni ’90 da Apple, ma che non si è mai concretizzato.

Una domanda da porsi potrebbe essere la seguente: l’idea dei Cybercafe, così come pensati originariamente da Apple, modernizzata e contestualizzata al XXI secolo, rappresenterebbe una rivoluzione oppure un flop commerciale ai giorni nostri?

[via Cult Of Mac | Guifx]

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