Apple contro iPodhash: parliamone

Se ne sono già occupati i cugini di OSSblog, sempre attenti alle tematiche che riguardano il “software libero”, ma vale la pena soffermarci un attimo, anche su Melablog, sulla spinosa questione di Apple e iPodhash.

Prima di tutto cerchiamo di capire meglio con cosa abbiamo a che fare: iPodhash è un progetto open-source con il preciso scopo di colmare un vuoto nell’offerta software di Apple. Per usare iPod e iPhone, infatti, è necessario disporre di un computer Windows o Mac, tagliando di fatto fuori tutta la galassia Linux.

Fin qui nulla di particolarmente scabroso: progetti simili esistono da tempo, ed Apple ha sempre fatto orecchie da mercante, non occupandosi minimamente di queste realtà, pur non supportandole in alcun modo.
I problemi nascono quando tra le feature di alcuni di questi software (di iPodhash nello specifico) viene introdotto il supporto per i file audio/video protetti da DRM e venduti attraverso iTunes Store.

Apple, in questo caso, non si è più fatta da parte, richiedendo la chiusura delle sezioni del sito BluWiki che contenevano istruzioni, informazioni e download riguardanti strumenti atti allo scopo sopra descritto. Il tutto, ovviamente, tramite uno studio legale, facendo appello al Digital Millennium Copyright Act, legge americana per la protezione del diritto d’autore.

Gli autori di iPodhash hanno avuto un’ampia solidarietà da parte del mondo del software libero, ed è stata loro offerta la tutela legale della Electronic Frontier Foundation, che da tempo si batte per la difesa della libertà in ambiti digitali.

La faccenda, da qualsiasi parte la si guardi, è spinosa: a favore di una parte non si può non addurre una obiezione morale, sulla libertà di utilizzo di tecnologie e prodotti regolarmente acquistati, anche oltre i termini delle licenze d’uso.
Dall’altro lato, tuttavia, non si può ignorare la presenza di una legislazione precisa e specifica, che vieta azioni di questo tipo.

Forse la cosa migliore è davvero che una corte di tribunale si pronunci in merito, in modo da creare un precedente reale su cui potersi regolare in futuro.

Voi cosa ne pensate?

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