iBooks 2, i primi libri non piacciono granché

Nonostante un iniziale, discreto successo di download, i primi ebook di iBooks non sono piaciuti né agli utenti né agli addetti ai lavori. La causa? Scarsa interattività e poche differenze con gli omologhi di carta.
Nonostante un iniziale, discreto successo di download, i primi ebook di iBooks non sono piaciuti né agli utenti né agli addetti ai lavori. La causa? Scarsa interattività e poche differenze con gli omologhi di carta.


Nonostante una presentazione mirabolante ed un iniziale discreto successo che ha portato a 350.000 download in appena 3 giorni, l’offerta iniziale di iBooks 2 non sembra aver impressionato granché né gli addetti ai lavori né gli utenti.

Il dubbio che la rivoluzione non fosse imminente come prospettato dal marketing di Cupertino ce l’avevamo già, e ora arrivano pure le prime conferme. Slader, un servizio online che fornisce risorse collaborative per studenti del liceo, non ha usato mezzi termini per parlare della novità:

Sembra di leggere una copia in PDF dei libri che esistono oggi nelle classi scolastiche. Le feature interattive promesse sono praticamente inesistenti. Al di là delle solite funzionalità dell’iPad (sottolineatura e dizionario integrato), non c’è nulla di nuovo nei libri di matematica di iBooks.

Gli editori tradizionali, insomma, non sembrano aver saputo cogliere le potenzialità del nuovo mezzo, e il rischio è che -coi nuovi strumenti di creazione dei contenuti messi a disposizione da Apple- comuni professori inizino a prodursi da sé le dispense e i tomi necessari alle proprie lezioni. Secondo Slader, tuttavia, il successo è tutt’altro che scontato:

“I nuovi autori potrebbero superare tranquillamente i bassi standard degli editori. Ma basterà questo per scuotere il mercato dei libri di testo?”

E i commenti degli utenti sulla pagina di App Store dedicata ad iBooks 2 non paiono più clementi. Si va da chi si aspettava semplicemente di più a chi sconsiglia tout court l’acquisto degli ebook, passando per chi si lagna di “immagini silenti” e “implementazioni scarse”; l’impressione è che si poteva fare decisamente di più, soprattutto visto che a dirigere l’orchestra c’era Apple, ma evidentemente smuovere l’industria rappresenta un’impresa più ardua del previsto. In effetti le riviste di “Edicola” (“Newsstand”) spesso somigliano a scatti fotografici in alta risoluzione degli equivalenti cartacei, e anche all’ecosistema del Kindle Fire sono state mosse critiche analoghe. Il futuro è interattivo, multimediale e intriso di Web: qualcuno però dovrebbe spiegarlo anche a chi, i libri, li ha creati fino a ieri.

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