Tirocini obbligatori alla Foxconn per gli studenti

Le scuole cinesi invierebbero falangi di giovani studenti -di arte, musica, farmacia etc.- a lavorare nelle fabbriche Foxconn con la scusa del praticantato. Intanto, però, nessuno può esimersi.
Le scuole cinesi invierebbero falangi di giovani studenti -di arte, musica, farmacia etc.- a lavorare nelle fabbriche Foxconn con la scusa del praticantato. Intanto, però, nessuno può esimersi.


Non accennano a placarsi le critiche alle condizioni di lavoro negli impianti produttivi della Foxconn: questa volta ad alzare la voce sono gli studenti costretti a effettuare estenuanti tirocini all’interno delle catene di montaggio contro la loro volontà e soprattutto in barba alla loro giovane età (che in qualche caso è di 16 anni). Ma le accuse, questa volta, ricadono anche sulla Fair Labour Association, rea di aver chiuso un’occhio sulla faccenda.

A scorrere il resoconto pubblicato di recente, non sembra che quelli della FLA ci siano andati leggeri: in pratica, all’interno della Foxconn e nonostante le promesse di Terry Gou, si continuano a violare perfino le leggi cinesi sul lavoro, note al di fuori dei confini patrii per molte ragioni fuorché per la clemenza verso il lavoratore.

Ma a dire del Guardian, potrebbe esserci perfino di peggio:

A dicembre, 1.5000 studenti sono stati inviati da un college di avviamento al lavoro di Henan, la provincia più popolosa della Cina, all’impianto Foxconn di Zhengzhou, lo stesso visitato da Cook la scorsa settimana, per praticare dei tirocini. Secondo lo Yancheng Evening News che ha spiegato la pratica, gli studenti intervistati hanno affermato di essere stati inviati lì contro la propri volontà, e che le loro scuole stavano di fatto agendo come “agenzie per il lavoro.”

Parlando della FLA, Debby Cheng della Students and Scholars Against Corporate Misbehaviour (Sacom) spiega che “la sesquipedale violazione dello stage forzato non è stata affatto tenuta in considerazione.” “Hanno cercato di annacquare il problema usando la parola “controverso” senza menzionare però che questi studenti non avevano scelta.”

E in effetti non si capisce che vantaggi professionali dovrebbero trarre gli studenti di infermieristica, musica, arte, farmacia, turismo e lingue da un tirocinio di 3-6 mesi che li costringe a sorbirsi -durante le vacanze- pesanti turnazioni di lavoro da 10 ore al giorno e 7 giorni su 7. Chi si rifiuta, viene sbattuto fuori dall’istituto su ordine esplicito del “governo provinciale.”

Intendiamoci, il problema dev’essere tutt’altro che circoscritto e somiglia molto ad un mezzo spiccio per ottenere un surplus di braccia durante i picchi produttivi. Stando ai dati forniti dalla stessa FLA, nell’agosto del 2001 gli stage rappresentavano il 5,7% della forza lavoro al tempo costituita da 68.000 persone; e a questi studenti erano chiesti turni notturni e straordinari come a tutti gli altri, il che manco a dirlo è in violazione con le leggi nazionali sul praticantato. A riguardo, però, nessuna risposta è giunta da Foxconn o da Apple.

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