Epurazione AppGratis, la Francia chiede alla UE di fare luce

La rimozione di AppGratis dall'App Store di Cupertino non è passata inosservata. Tant'è che la Francia ha formalmente richiesto alla UE di esaminare la situazione e valutare l'eventuale presenza di infrazioni.
La rimozione di AppGratis dall'App Store di Cupertino non è passata inosservata. Tant'è che la Francia ha formalmente richiesto alla UE di esaminare la situazione e valutare l'eventuale presenza di infrazioni.

Solo un paio di giorni fa, App Gratis è stata cancellata senza pietà dal bazaar del software online con la mela per almeno un paio di ragioni. Prima di tutto, perché crea una seconda vetrina non ufficiale per il software dell’App Store, anteponendo gli sviluppatori paganti a quelli meritevoli; e poi, perché utilizza le Notifiche Push per fini commerciali, pratica espressamente vietata dalle linee guida del SDK iOS.

Tuttavia, prima di sollevare la marea catartica che avrebbe spazzato via tutte le altre app simili, Apple dovrà pensarci bene. La Francia si è interessata all’argomento, e ora intende vederci chiaro in sede europea. Lo scrive Reuters:

Durante una visita presso l’editore di AppGratis iMediapp, il Ministro delegato alle Piccole e Medie imprese, all’Innovazione e all’Economia digitale Fleur Pellerin ha definito la decisione di Apple “estremamente brutale ed unilaterale […]. Questo comportamento non è degno di una società tanto grande.”
Ha aggiunto poi che certe società Internet sono colpevoli di “comportamenti abusivi reiterati” e ha affermato che avrebbe chiesto alla Comissione Europea e agli stati membri di regolamentare meglio le piattaforme digitali, i motori di ricerca e i social media.

E in effetti, è vero che l’App Store è una piattaforma chiusa in un libero mercato, ma è pur vero che Apple e Google da sole si spartiscono una fetta prossima al 90% dell’intera torta, e ciò può fare la differenza. E ha ragione la Pellerin quando afferma che le società che operano su Internet sono colpevoli di “comportamenti abusivi reiterati;” basti pensare a quanto pagano di tasse Apple, Amazon e le altre, oppure alle politiche quanto meno discutibili -e probabilmente illegali- della mela relativamente alla gestione dei prezzi degli eBook. Una questione che ha portato all’apertura di una serie di indagini non solo in Europa ma anche negli Stati Uniti.

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