Come è nato il primo iPhone, secondo Bob Borchers

Come nasceva il primo iPhone? Lo racconta Bob Borchers, che a suo tempo faceva parte del team incaricato.
Come nasceva il primo iPhone? Lo racconta Bob Borchers, che a suo tempo faceva parte del team incaricato.


Bob Borchers è stato un iPhone product marketing engineer Apple e ha fatto parte del team che ha portato il primo iPhone sul mercato nel lontano 2007. Attualmente Borchers è un venture capitalist e ha recentemente tenuto una conferenza agli studenti di una scuola della California, raccontando i flussi di pensiero coinvolti nello sviluppo di iPhone, quando nacque.

Borchers ha raccontato che Steve Jobs non aveva un dispositivo specifico in mente, ma ha letteralmente affidato una missione alla squadra: creare un telefono che la gente amasse così tanto da non poter uscire di casa senza. Borchers ritiene che Apple abbia avuto un così grande successo con iPhone perché la società ha focalizzato il proprio impegno sui fondamentali, scardinando le regole in modo eccezionale, prestando attenzione ai dettagli e facendo in modo che gli utenti si concentrassero sul proprio rapporto con il dispositivo.

Jobs desiderava che il telefono fosse rivoluzionario, il miglior iPod che l’azienda avesse mai progettato, consentendo agli utenti di accedere a Internet in modo semplice da un dispositivo mobile. Ciò che l’iPhone è diventato – un dispositivo con applicazioni scaricabili, funzionalità GPS, funzionalità video e di fotografia e l’integrazione vocale – non faceva parte del concetto originale.

Borchers ha raccontato che il modello originale di iPhone rischiava di venir lanciato con un touchscreen di plastica, ma Jobs si è preoccupato che la plastica potesse graffiarsi nel momento in cui gli utenti mettevano il telefono in tasca con chiavi e altri oggetti metallici. Il team ha quindi improvvisato, convincendo la Corning a ri-avviare la produzione del vetro Gorilla abbandonata.

L’ossessione di Apple per il confezionamento del prodotto non poteva non essere citata da Borchers, secondo il quale la società spende “troppo tempo” sulla presentazione dei prodotti, ammettendo però che ne vale la pena e che gli utenti apprezzano questo genere di cura.

Via | Tuaw

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