Neppure BlackBerry PlayBook è un Pad killer


Niente da fare, per quanto ci si impegnino siamo ancora lontani dall’avere competitor degni di nota, questa è la triste realtà, e il problema -intendiamoci- è di noi consumatori che vediamo ridotta le possibilità di scelta. Dopo il flop delle vendite del Motorola Xoom, ora è il tragico turno di RIM Blackberry Playbook, liquidato dagli analisti e stroncato dalla critica. L’hardware c’è, il vero problema semmai è il software.

Le previsioni, al netto di improbabili ribaltoni (è più probabile che vengano riviste al rialzo le stime), parlano di 40 milioni di iPad commercializzati nel 2012, almeno per il momento. E con numeri del genere, lo spazio vitale per la concorrenza è addirittura claustrofobico, figuriamoci poi se la concorrenza in questione immette pure sul mercato prodotti non finiti e pieni di bug. Ora che il Playbook è in circolazione, i maggiori siti di informazione tecnologica si sono affrettati a pubblicare delle recensioni non proprio lusinghiere: anzi, concordano tutte sull’immaturità del prodotto, sui suoi bug e sulle sue lacune.

Se da una parte è vero che c’è sempre tempo per migliorare, RIM deve rendersi conto che il Playbook era innovativo quando l’hanno progettato e presentato diversi mesi fa, solo che nel frattempo Apple ha proposto diversi aggiornamenti software e commercializzato la seconda generazione di iPad, che è più sottile, ha uno schermo più grande e uno store con 300.000 applicazioni. Per di più, il tablet di RIM non possiede calendari/mail/contatti integrati (incredibile ma vero, funzionano solo via Bluetooth in abbinamento col BlackBerry), niente connessione cellulare, niente videochat né Skype, niente GPS e neppure un’app per prendere appunti. Certo, il PlayBook sarà in grado di eseguire app per Android in una macchina virtuale, ma con quali prestazioni è tutto da vedere, senza contare che si tratta di software per Android 2.2 e non della versione per tablet Honeycomb.

A questo scenario tutt’altro che rassicurante, dobbiamo aggiungere i problemi di memoria e i casuali crash. A riguardo su Engadget si legge:

Quel che vediamo al momento è un framework con solide fondamenta ma che, per ora, è incompleto. Abbiamo un hardware grandioso tanto alla vista che al tatto ma che non è servito adeguatamente dal software. E, in ultima analisi, abbiamo un tablet che prova in tutti i modi a soddisfare l’enterprise ma che, nel farlo, sembra alienare gli utenti occasionali che magari desideravano solo un bel tablet da 7″.

Dal canto suo, RIM non si aspettava evidentemente questa doccia fredda; un portavoce della società, Jim Balsille, ha affermato che non considera “giuste” (fair, in inglese) le critiche ricevute. Nella sua visione delle cose, i 60 milioni di utenti BlackBerry esistenti saranno felicissimi di acquistare questa estensione del loro telefono, e comunque un client mail integrato è in arrivo per l’estate, per cui -sembra sottintendere- non è accaduto nulla di grave. A parte il fatto che qui ormai già parliamo di iPad 3, si intende.

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