iWatch, il sensore per la glicemia è troppo difficile da includere nella prima generazione

Un breve rapporto offre alcune motivazioni per l'assenza, nel primo iWatch, di un sensore dei livelli di glucosio nel sangue, una tecnologia ancora troppo “delicata” per essere inserita in un gadget elettronico indossato al polso.
Un breve rapporto offre alcune motivazioni per l'assenza, nel primo iWatch, di un sensore dei livelli di glucosio nel sangue, una tecnologia ancora troppo “delicata” per essere inserita in un gadget elettronico indossato al polso.

Da tempo ormai circolano in rete varie voci su quali saranno le caratteristiche del primo smartwatch di Apple, l’iWatch, che è indiscutibilmente uno dei nuovi prodotti più chiacchierati dell’anno. Più o meno assennate, le speculazioni sul gadget indossabile della società di Cupertino molto spesso puntano verso quelle che saranno le sue capacità legate al benessere fisico.

Come sappiamo, Apple si è dimostrata molto interessata ai sensori biometrici ed al monitoraggio della salute e tra le varie caratteristiche appuntate dai rumors figura la capacità di misurare il battito cardiaco, i livelli di ossigeno e, infine, il glucosio nel sangue.

Parrebbe però che sia difficile vedere un sensore del livello di glicemia già nel primo iWatch e Yoni Heisler su networkworld prova a spiegare perchè.

Viene preso come esempio l’HG1-c, un sistema non invasivo di monitoraggio continuo del glucosio ideato dalla compagnia C8 Mediasensors dalla quale Apple ha recentemente attinto in termini di risorse umane e sviluppatori. HG1-c misura approssimativamente il livello di glucosio direttamente attraverso la pelle dell’utente, sollecitando le molecole tramite la luce e leggendo i dati di ritorno.

Per quanto ben funzionante il sistema risulterebbe difficile da inserire velocemente in un dispositivo come l’iWatch per vari motivi tra cui la necessità di avere a disposizione un’ingente riserva di energia (una grossa batteria) e di avvolgere il sensore in un gel che lo oscuri per evitare il “rumore” derivato dalla luce ambientale. Infine l’intero progetto dovrebbe passare attraverso ad una lunga trafila per ottenere la certificazione dell’FDA.

Non c’è alcun dubbio però che nel tempo vedremo sviluppata una simile tecnologia in modo soddisfacente.

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