Brevetti, l'iPhone si sblocca identificando i volti

Un nuovo brevetto Apple potrebbe presto consentirci di sbloccare l'iPhone o l'Pad senza necessità di ricordare codici numerici. Davvero ingegnoso.
Un nuovo brevetto Apple potrebbe presto consentirci di sbloccare l'iPhone o l'Pad senza necessità di ricordare codici numerici. Davvero ingegnoso.

Un nuovo brevetto recentemente depositato da Cupertino potrebbe permetterci in futuro di sbloccare i dispositivi iOS grazie all’autenticazione dei volti. Una ingegnosa metodologia che ha diversi pregi, tra cui l’estrema immediatezza.

Il vecchio metodo col PIN è sufficientemente sicuro ma poco flessibile. Chiunque, per esempio su un autobus, potrebbe osservare la posizione delle dita e risalire in un attimo al codice immesso per l’unlock; ma allo scopo potrebbero bastare anche le impronte digitali lasciate sul display. Ecco perché a Cupertino hanno pensato ad un modo diverso di aggredire il problema, un modo che consenta di modificare ciclicamente le informazioni utilizzate per l’unlock senza richiedere uno sforzo mnemonico supplementare all’utente.

Mettiamo che possediate un iPhone (ma teoricamente la cosa potrebbe funzionare anche su tablet o portatile), e che vogliate sbloccarlo. Premete il pulsant home, lo schermo si accende, e vi viene proposta un’immagine: il vostro compito sarà quello di identificare un oggetto o una persona al suo interno, attraverso la tastiera virtuale o pronunciandone il nome. In qualche caso potrebbe essere necessario scegliere tra una serie di risposte possibili mostrate poco sotto. E a seconda del grado di sicurezza desiderato, si può variare complessità e numero di quesiti.

In questo modo si ottengono almeno un paio di vantaggi. Non è più necessario memorizzare alcunché, visto che l’autenticazione avverrebbe attraverso il riconoscimento di luoghi e persone, magari mutuati dalla libreria di iPhoto; inoltre, il sistema è perfetto per la condivisione in famiglia: solo chi ci conosce molto bene, infatti, può sperare di rispondere correttamente.

Certo, poi occorre valutare quanto sia desiderabile un sistema simile, finanche a casa propria; forse, ipotizziamo, si adatta un po’ meglio all’iPad e un po’ meno all’iPhone, ma probabilmente dipende dai casi. L’invenzione, in ogni caso, risale al 2011 e riporta in calce la firma di Ethan T. Lowry.

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