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Tra i recenti annunci fatti dal Colosso di Cupertino, abbiamo avuto modo di vedere anche la nuova iterazione di Apple Vision Pro, il visore che porta il concetto di computing spaziale su un altro livello. Chi conosce la filosofia Apple sa che a Cupertino non si accontentano mai di piccoli passi: quando decidono di innovare, lo fanno in grande stile, con una cura maniacale per i dettagli e una visione d’insieme che punta sempre a ridefinire gli standard del settore.
Il cuore pulsante di questa rivoluzione è il nuovissimo chip M5, una vera meraviglia in termini di potenza e ottimizzazione. Non stiamo parlando di un semplice upgrade, ma di un salto generazionale che cambia le regole del gioco. Realizzato con una tecnologia a 3 nanometri di terza generazione, questo processore integra una CPU e una GPU entrambe a 10 core, il che si traduce in una fluidità d’uso che lascia senza parole. E per chi ama andare oltre la superficie, basti pensare che il ray tracing e il mesh shading sono ora accelerati direttamente dall’hardware, offrendo ambienti virtuali in cui realismo e profondità non sono più un miraggio, ma una certezza.
Ma non è solo questione di numeri e specifiche tecniche. Il nuovo Apple Vision Pro ridefinisce l’esperienza immersiva grazie a un display che fa della densità di pixel il suo cavallo di battaglia: +10% rispetto al modello precedente. La frequenza di aggiornamento raggiunge ora i 120Hz, eliminando quasi del tutto il fastidioso effetto motion blur. Un dettaglio? Non proprio, soprattutto per chi utilizza la funzione Mac Virtual Display e vuole il massimo anche nelle situazioni più dinamiche. L’autonomia, invece, resta un tasto dolente: poco più di due ore e mezza in uso standard, una soglia che per molti potrebbe essere migliorata, ma che Apple giustifica con la ricerca del miglior compromesso tra prestazioni e leggerezza.
Dove però si vede davvero la mano di Apple è nell’attenzione al comfort. Il sistema di indossabilità è stato completamente ripensato, e qui entra in scena il nuovo Dual Knit Band. Non è il solito cinturino: si tratta di una soluzione ingegneristica che unisce due fasce 3D-knitted in un unico elemento, offrendo una combinazione di ammortizzazione, traspirabilità ed elasticità che si adatta a qualsiasi forma del viso. La fascia inferiore, rinforzata con inserti in tungsteno, garantisce un bilanciamento senza precedenti, mentre il Fit Dial permette regolazioni millimetriche, segno che ogni dettaglio è stato pensato per chi deve indossare il visore anche per sessioni prolungate.
Sul fronte software, il nuovo visionOS 26 apre scenari inediti. Non si tratta solo di un aggiornamento, ma di un ecosistema che si arricchisce con il supporto a contenuti video a 180 e 360 gradi, widget personalizzabili nello spazio personale e rappresentazioni digitali ancora più naturali nelle videochiamate. Qui l’intelligenza generativa entra in gioco per aggiungere profondità tridimensionale alle fotografie, trasformando il visore in una piattaforma multimediale completa. E per chi cerca numeri, basti pensare che l’offerta di app ha superato il milione, con oltre 3.000 titoli sviluppati ad hoc per visionOS 26: dalla progettazione architettonica agli eventi immersivi, fino all’editing fotografico professionale in abbinamento al MacBook Pro.
Il gaming, come da tradizione, non viene trascurato. Il Apple Vision Pro ora supporta anche il Controller Sense di PlayStation VR2, oltre al già noto DualSense, offrendo un’esperienza di gioco che si avvicina sempre più a quella delle console di ultima generazione. Attraverso applicazioni come Portal e Steam Link, è possibile accedere a titoli console e PC in streaming, con una reattività e un coinvolgimento che faranno la gioia dei gamer più esigenti.
Non manca l’attenzione alle applicazioni professionali: dalla formazione di piloti con simulazioni realistiche alla visualizzazione interattiva di veicoli nelle concessionarie, il Vision Pro si conferma uno strumento trasversale, capace di rivoluzionare non solo l’intrattenimento ma anche il lavoro quotidiano. Il tutto senza dimenticare l’impegno ecologico di Apple, che utilizza materiali riciclati per componenti chiave come telaio e batteria, sottolineando ancora una volta come l’innovazione debba andare di pari passo con la sostenibilità.