Apple investe 3 milioni di dollari in Indonesia

In Indonesia Apple sta per sborsare tre milioni di dollari di investimenti. Serviranno per (ri)lanciare l'Apple Store online e aprire il primo negozio fisico del paese.
Apple investe 3 milioni di dollari in Indonesia
In Indonesia Apple sta per sborsare tre milioni di dollari di investimenti. Serviranno per (ri)lanciare l'Apple Store online e aprire il primo negozio fisico del paese.

È tutto ufficialmente confermato. In Indonesia, e precisamente nella capitale Giacarta, Apple aprirà presto il suo primo Apple Store, con un investimento complessivo che potrebbe raggiungere i 3 milioni di dollari.

Stando all’articolo pubblicato da NZWeek, Cupertino avrebbe già comunicato i suoi piani futuri all’Indonesia Investment Coordinating Board (BKPM) come previsto per legge:

Chatib Basri, il presidente di BKPM, ha affermato che il BKPM ha già concesso ad Apple l’autorizzazione ufficiale ad aprire i suoi negozi in Indonesia. “Abbiamo approvato la loro domanda” ha affermato martedì.
Gli Apple Store online in Indonesia dovrebbero poter garantire catene di fornitura più corte e una migliore distribuzione dei prodotti.
Azhar Lubis, vice-presidente di BKPM ha dichiarato invece che gli store di Apple apriranno nella capitale del paese, a Giacarta. “L’investimento è compreso tra i 2 e i 3 milioni di dollari statunitensi” ha affermato.

Grazie a questa mossa, Cupertino darà non soltanto maggiore visibilità al proprio marchio in Asia, ma fornirà finalmente un canale di vendita diretto agli autoctoni, costretti fino ad oggi all’importazione da Singapore o all’acquisto da rivenditori non autorizzati.

Curiosamente, mentre siamo di sicuro di fronte al primo Apple Store in assoluto del paese, non è la prima volta che l’Apple Store online apre i suoi battenti. Un servizio di e-commerce con la mela è rimasto operativo dal 2008 fino al 2010, per poi chiudere ogni attività subito dopo a causa di “alcune irregolarità sulle consegne”. E così il sito è rimasto dov’era, semplicemente per informare i clienti delle novità e per indirizzarli verso i rivenditori che però, nella maggior parte dei casi, praticavano prezzi sensibilmente superiori a quelli pubblicizzati. Le cose, se non altro, stanno per cambiare profondamente.

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