Apple investe 100 miliardi negli USA: nuova era per la produzione hi-tech

Apple investe 100 miliardi negli USA: produzione vetro iPhone e Apple Watch in Kentucky, nuovi posti di lavoro, innovazione e rafforzamento della filiera tech.
Apple investe 100 miliardi negli USA: produzione vetro iPhone e Apple Watch in Kentucky, nuovi posti di lavoro, innovazione e rafforzamento della filiera tech.
Apple investe 100 miliardi negli USA: nuova era per la produzione hi-tech

Sembra che, alla fine, Apple si sia ‘arresa’ alle pressioni di Donald Trump, approvando un investimento USA da capogiro, ben 100 miliardi di dollari, per riportare a casa una fetta sempre più ampia della propria produzione tecnologica. Un colpo di scena che scuote non solo la Silicon Valley, ma anche i delicati equilibri della globalizzazione industriale, con ricadute destinate a far discutere a lungo sia gli addetti ai lavori sia gli osservatori internazionali.

L’annuncio, avvenuto nel corso di un incontro tra Tim Cook e il Presidente Trump alla Casa Bianca, ha fatto schizzare in alto il titolo Apple in Borsa, con un balzo del 5% che non è passato inosservato agli occhi degli investitori. Il cuore pulsante di questa strategia è l’American Manufacturing Program, un progetto dal respiro ambizioso che mira a rilocalizzare sul suolo americano la produzione di componenti cruciali per l’ecosistema Apple. L’obiettivo? Rafforzare la resilienza industriale e ridurre la dipendenza da fornitori stranieri, un tema che negli ultimi anni è diventato sempre più centrale per le grandi aziende hi-tech.

Un elemento chiave del piano riguarda il vetro iPhone, un componente fondamentale per tutti i dispositivi mobili della Mela. Apple ha scelto di puntare tutto su Corning, storica azienda americana leader nella produzione di vetro tecnologico, che darà vita in Kentucky alla più grande linea produttiva al mondo dedicata a questo materiale. D’ora in avanti, ogni iPhone e Apple Watch monterà vetro rigorosamente made in USA, una svolta che segna la fine della dipendenza dalle forniture asiatiche e promette di dare nuova linfa all’industria manifatturiera statunitense.

Ma non finisce qui: l’investimento di Apple abbraccia anche la filiera del silicio, elemento chiave per la realizzazione dei chip che costituiscono il cervello di ogni dispositivo moderno. L’azienda di Cupertino punta a rafforzare la produzione interna di semiconduttori, una mossa strategica che le consentirà di avere maggiore controllo sulle tecnologie di base e di reagire con più prontezza alle turbolenze dei mercati globali.

Tra le collaborazioni di spicco figura quella con Coherent, specialista nella produzione di laser VSCEL utilizzati nei sistemi Face ID. Questa partnership non solo rafforza la posizione di Apple nell’ambito della sicurezza biometrica, ma sottolinea anche la volontà di creare una filiera tecnologica sempre più integrata e autonoma rispetto ai grandi hub asiatici.

Un altro tassello fondamentale del piano è rappresentato dall’espansione delle infrastrutture dedicate all’Apple Intelligence, con la costruzione di un nuovo centro dati a Houston interamente dedicato all’intelligenza artificiale. Qui, i migliori cervelli della Silicon Valley lavoreranno fianco a fianco per sviluppare algoritmi sempre più sofisticati, destinati a ridefinire il modo in cui interagiamo con i nostri dispositivi e a portare l’esperienza utente a livelli mai visti prima.

Sul fronte delle risorse umane, Apple prevede l’assunzione di circa 20.000 specialisti, figure altamente qualificate che andranno a rafforzare le fila dell’azienda nei settori chiave della ricerca, dello sviluppo e della produzione. Un investimento sulle persone che si traduce anche nell’apertura della Apple Manufacturing Academy a Detroit, un centro di eccellenza pensato per formare la prossima generazione di tecnici e ingegneri destinati a guidare la rivoluzione industriale targata Apple.

Non si tratta solo di una risposta alle pressioni politiche dell’amministrazione Trump per il rimpatrio delle attività produttive: il progetto di Apple si configura come una vera e propria strategia di lungo periodo, volta a garantire all’azienda una posizione di forza in un mercato sempre più competitivo e frammentato. Certo, restano alcune incognite: la complessità delle catene di approvvigionamento globali rende difficile pensare a una rilocalizzazione totale della produzione, e gli analisti non mancano di sottolineare le sfide che attendono Cupertino nei prossimi anni.

Detto ciò, la direzione sembra tracciata: Apple scommette sul futuro dell’industria statunitense, puntando su innovazione, formazione e investimenti record per costruire un ecosistema produttivo più solido e indipendente. Se il progetto riuscirà a centrare tutti i suoi ambiziosi obiettivi, potrebbe segnare una svolta epocale non solo per l’azienda, ma per l’intero settore tecnologico mondiale.

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