Angry Birds: le origini di un fenomeno globale


Ogni giorno gli utenti consumano 200 milioni di minuti, 16 anni ogni ora, giocando sui propri dispositivi mobili. Da quando è stato pubblicato ha ucciso più di 3.000 miliardi di maialini per mano di frotte di utenti che in bus, in aereo, durante un’importante riunione provano l’irrefrenabile impulso.

Si chiama Angry Birds ed è l’applicazione che ha venduto meglio di tutte le altre nella storia degli app-store. Disponibile in 68 paesi, la versione desktop (tramite Mac App Store) ha venduto 150.000 copie nella prima settimana di lancio. Il trailer di Angry Bird Rio ha totalizzato 500.000 visualizzazioni su YouTube solo nel primo fine-settimana, il trailer ufficiale della prima versione del gioco quasi raggiunto i 24 milioni di visualizzazioni. In totale il marchio ha guadagnato ben €50 milioni: niente male per un software la cui realizzazione è costata €100.000.

La dimensione del fenomeno è stata tale da indurre molti a pensare che si sia trattato del primo gioco realizzato dalla Rovio, software-house a molti sconosciuta prima di Angry Birds il cui nome significa falò in finlandese. In realtà dietro ogni grande successo c’è sempre un enorme lavoro e tanta tenacia. Rovio fu fondata nel lontano 2003 con l’obiettivo di produrre giochi mobile per grandi aziende come Electronic Arts, Nokia, Vivendi, Namco Bandai e Real Networks. Agli inizi del 2009 l’azienda fu chiusa per bancarotta. I soci non si arresero e spesero il loro tempo a pensare a qualche idea che potesse funzionare. Cercavano il gioco perfetto.

Prima di Angry Birds l’azienda aveva realizzato la bellezza di 51 giochi, alcuni con discreto successo (delle aziende clienti) altri senza nemmeno quello. Un pomeriggio di fine marzo negli uffici di Helsinki, Jaakko Iisalo (game designer in Rovio dal 2006) mostra agli altri uno screenshot. In realtà nei due mesi precedenti ne aveva buttati giù a centinaia ma quello in particolare mostrava degli uccelli rotondi che si trascinavano sul terreno verso una pila di blocchi. 8 mesi più tardi e dopo un sacco di modifiche, Niklas Hed (co-fondatore di Rovio con il cugino Mikael) capì che si trattava della volta buona quando vide la madre bruciare il tacchino di Natale perché intenta a giocare alla prima versione di Angry Birds. Prima di allora non aveva mai giocato a nessun gioco.

Questo articolo voglia essere di esempio a quanti credono che il successo sia in fondo tutto merito della fortuna. Questi ragazzi hanno lavorato duro per ottenerlo, senza neanche esserne certi. Hanno scommesso il loro tempo, i loro risparmi in un’idea. La loro storia insegna che a volte i frutti si raccolgono dopo 51 tentativi. Un’altra bellissima storia di design, tecnologia e passione tutta europea. In bocca al lupo a tutti quei ragazzi che in questo momento si trovano nel mezzo dei loro 51 tentativi.

Volete sapere com’era la prima versione di Angry Birds? In cosa differiva da quello che oggi conosciamo tutti? Vi piacerebbe saperne di più sul passato di una software-house impegnata nel mobile? Nel prossimo articolo vi svelerò ulteriori dettagli.

[Via Wired UK – Issue 04.11]

Tutti i post sulla storia di Rovio

Angry Birds: le origini di un fenomeno globale
Angry Birds: com’era il gioco in principio
Angry Birds: App Store e le scelte di marketing
Angry Birds: le 10 regole d’oro per sfondare

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti