Top-10 Mac: il re è il capostipite


128 kilobyte di memoria RAM, 64 kilobyte di ROM, 8MHz di clock e 500 byte di cache; un lettore di dischi magnetici da 400Kb l’uno, uno schermo in bianco e nero da 9″ per 512×342 pixel, audio mono a 8 bit.

Dette così, nel 2008, sembrano le specifiche di un tostapane (nemmeno dei più evoluti…) e, per la verità, nemmeno nel 1984 erano specifiche che facevano gridare al miracolo.
Ciò che rendeva quei 7 chili e mezzo di plastica, vetro, silicio e metalli rari così speciali è il modo in cui sono erano “messi assieme” e quello che accadeva alla pressione del tasto di accensione.

Il 24 gennaio 1984 Apple ha introdotto il Macintosh, e non solo il 1984 non è stato come “1984”, addirittura nulla è stato più come prima.

Il sistema operativo basato non sull’input/output di linee di testo, ma su una interfaccia grafica metaforica: icone, finestre, cartelle e cestino. Il mouse. I font. Disegnare con il computer. Ascoltare musica con il computer.
Oggi, per noi, tutto questo è scontato: e lo è in larga parte grazie al Macintosh 128k.

E’ per questo che oggi festeggiamo i 25 anni dalla sua prima introduzione. E’ per questo che il Macintosh 128k non poteva non essere il vincitore della nostra Top-10, che ha voluto fin dall’inizio essere il nostro piccolo e personale tributo ad una vera e propria pietra miliare dell’informatica.

E non dimenticate: never trust a computer you can’t lift!

(Dopo il “salto”, il video con la prima presentazione al pubblico del Macintosh 128k)

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