Daniel Burrus: Siri potrebbe seppellire Google

Secondo l'esperto di tecnologia Daniel Burrus, Siri -e i suoi omologhi- potrebbero rendere le query su Google una faccenda del passato. Il futuro è fatto di amabili chiacchierate col computer di turno.
Secondo l'esperto di tecnologia Daniel Burrus, Siri -e i suoi omologhi- potrebbero rendere le query su Google una faccenda del passato. Il futuro è fatto di amabili chiacchierate col computer di turno.


In un articolo davvero interessante, lo “stratega del business e futurista tecnologico” Daniel Burrus racconta uno squarcio del futuro che ci aspetta grazie ai cosiddetti Ultra-Intelligent Electronic Agent (UIEA), ovvero quegli assistenti virtuali come Siri che fanno da tramite tra noi e le informazioni, e che potrebbero ben presto soppiantare le canoniche ricerche su Google.

Dimenticate le indicazioni tipo “Circa 245.000.000 risultati (0,23 secondi) ” perché tra pochi anni potrebbero appartenere al passato remoto della tecnologia informatica. Tutto è cominciato con Clippy, la graffetta intelligente di Microsoft Office 97 che non serviva praticamente a un tubo ma che riusciva spesso a risultare invadente e fastidiosa. Poi, è arrivata Siri, il primo vero avatar audio della storia, diversa dalle applicazioni mobili di Google poiché dotata di personalità e interattività; è chissà che presto non assuma anche una connotazione visiva:

Cosa rende Siri un UIEA rispetto all’app di Google che utilizziamo sugli smartphone? Siri e i suoi competitor sono collegati ad un super-computer in the Cloud che può frugare tra tutti i database e i feed del mondo. Ha accesso ad una quantità crescente di informazioni che proviene da ogni luogo. Qui parliamo di macchine che parlano alle macchine, e di sensori che comunicato attraverso Internet. In più, è connessa al nostro dispositivo di computing personale con accesso, approvato dall’utente, ai calendari, ai contatti e molto altro. Tutti i dati fluiscono in un super-computer che fornisce le risposte al nostro agente ultra-intelligente, che a sua volta è in grado di fornire conoscenza pertinente e immediatamente fruibile.

L’idea, insomma, è che le ricerche non avverranno più manualmente e per parola chiave come alla vecchia maniera. Saranno gli UIEA a sporcarsi le mani col Web; per gli utenti, invece, esisterà solo una serena chiacchierata col computer. Una visione che causa parecchi dissensi, un po’ come quelli esternati dopo il lancio dell’iPad:

La gente sta facendo lo stesso errore con Siri. Lo vedono come un giocattolo divertente. E io invece vi dico che è molto più di questo. Infatti, è una trasformazione per il mondo business ancora più grande dell’iPad.

Non è un questione di “se” o di “forse.” Ma di “quando”:

Possiamo già vedere quanto stia affermandosi questa tecnologia con Siri e coi suoi competitor emergenti. E dato che la banda, lo storage e il potere computazionale crescono esponenzialmente, vedremo versioni sempre più avanzate degli UIEA saltare rapidamente sul treno della novità.

E la novità, se non è chiaro, non riguarderà soltanto gli utenti comuni ma anche e soprattutto le società e i loro impiegati. Dopotutto, a chi è che non serve un assistente indefesso, competente e aggiornatissimo?

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti