Macintosh: 25 anni e non sentirli

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Celebrare il 25esimo anniversario di un computer è, agli occhi di molti, una cosa un po’ strana, un po’ da sfigati, o meglio, da nerd.
Ma forse è meno peggio di quanto potrebbe sembrare agli occhi del “non iniziato”, perché il Macintosh 128k, che oggi festeggiamo, è qualcosa di più di un semplice elaboratore elettronico.

Possiamo distinguere almeno due elementi che elevano il Macintosh dal resto dell’informatica.
In prima battuta il design: Steve Jobs, che aveva già dimostrato che un computer poteva trovare spazio sulle scrivanie dei comuni mortali, con il Macintosh ci ha fatto capire che un computer poteva essere molto di più di un elettrodomestico, uno strumento sì di utilità per molte delle esigenze domestiche, ma anche per l’intrattenimento.
Poi, l’interfaccia. Fino al 1984, parafrasando una celebre frase di JFK, si doveva assecondare il calcolatore perchè questo eseguisse per noi un lavoro; da 1984, si è iniziato a ragionare, più semplicemente, su cosa un computer potesse fare per noi.

In tutto questo, possiamo vedere il Macintosh 128k come capostipite, come primo prodotto in cui si riconosce il DNA del calcolatore moderno. Buona parte dei temi che attualmente caratterizzano questo settore erano già presenti, vivi, pulsanti in quel piccolo scatolotto grigio.

Ma la cosa ancora più importante non è il prodotto in se, pur notevole. E’ la piattaforma che, pur con i problemi sorti nel corso degli anni, Apple ha saputo sintetizzare dal progenitore.

Senza Macintosh 128k non ci sarebbe stato nessun iMac.
Non si sarebbe potuto formalizzare il concetto di base, che accomuna il Mac moderno, ma anche l’iPod e l’iPhone: prendere una tecnologia e renderla accessibile a tutti, ma senza banalizzarla.

Ciò che Apple non è stata in grado di fare, riguarda l’affermazione di questa piattaforma sul mercato. Pur avendo nelle mani l’idea vincente, non si è stati in grado di diffonderla adeguatamente, lasciando spazio ad altri, decisamente più preparati sotto la voce “politiche commerciali”. Forse il Macintosh meritava di più. Meritava non la Apple degli anni ’90, ma la Apple di oggi.

Ma, evitando sterili recriminazioni, rimane cristallino il valore del Macintosh 128k quale prodotto precursore, innovatore, rivoluzionario.
E questo, a coloro che hanno avuto la bravura e la fortuna di mettere la propria firma all’interno della scocca, nessuno lo potrà mai togliere…

Sono passati 25 anni, e il Macintosh, la sua filosofia, è più viva che mai.
Auguri, piccolo scatolotto grigio!

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