Un'altra rimozione su App Store a causa del Tethering

Ancora un'epurazione su App Store. O per meglio dire, ancora un'applicazione che tenta di portare il tethering su App Store. Che quindi ha fatto la fine delle altre: rimossa dopo neppure 24 ore di esistenza.
Ancora un'epurazione su App Store. O per meglio dire, ancora un'applicazione che tenta di portare il tethering su App Store. Che quindi ha fatto la fine delle altre: rimossa dopo neppure 24 ore di esistenza.

DiscoRecorder, l’applicazione da 1,99$ Michael Leatherbury, si occupava ufficialmente della creazioni di appunti vocali, ma in realtà consentiva di impostare il tethering gratuito sui dispositivi iOS, da usare in abbinamento coi computer Mac, Windows e Linux. Manco a dirlo, è stata epurata dal’App Store dopo neppure 24 ore dalla pubblicazione.

Non è la prima volta che uno sviluppatore viene defenestrato dal bazaar del software con la mela per aver instillato segretamente nella propria app funzionalità di condivisione della connessione al Web. Accadeva anni fa con Handy Light o iTether, e continua sistematicamente ad accadere oggi.

Ciò che sorprende della vicenda, non è tanto il fatto in sé quanto le complicatissime istruzioni necessarie per attivare le feature segrete di Tethering. In buona sostanza, occorre registrare un appunto vocale, dargli un nome specifico (“PearSauce269.aac”), configurare il computer per una connessione ad hoc con proxy, e infine collegare fisicamente telefono e computer tra di loro. Una volta finite le procedure, e sempre ammesso che non si renda necessario il riavvio di DiscoRecorder, l’app deve ovviamente restare aperta per tutto il tempo necessario alla navigazione.

Poi però, per tornare a navigare col WiFi, occorre rimuovere a mano tutte le impostazioni del Proxy e ripristinare la vecchia configurazione. Non proprio una procedura pratica, o alla portata di tutti; talmente complessa che, in pratica, somiglia quasi ad un trascurabile easter egg.

Il fatto è che Apple ha degli accordi in essere coi carrier che deve difendere in tutti i modi, almeno formalmente. Il malcontento infatti serpeggia da tempo tra i gestori mobili (statunitensi e non), per via delle compagne di sovvenzione dell’iPhone che diventano sempre più onerose. Gli utenti pretendono di cambiare telefoni ogni anno o al massimo ogni due, e ad Apple conviene ovviamente così: ecco perché, in certi casi, occorre fare buon viso a cattivo gioco.

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