Eco-Report Apple 2018: ecco Daisy, il robot smaltisci-iPhone

In occasione della Giornata della Terra 2018, Apple presenta l'ultimo report sull'ecologia e l'ambiente. Ma Daisy, il nuovo robot smonta-iPhone non piace a Greenpeace.
In occasione della Giornata della Terra 2018, Apple presenta l'ultimo report sull'ecologia e l'ambiente. Ma Daisy, il nuovo robot smonta-iPhone non piace a Greenpeace.
Eco-Report Apple 2018: ecco Daisy, il robot smaltisci-iPhone

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La relazione ambientale 2018 di Cupertino descrive i cambiamenti e le novità implementate dall’anno scorso a quest’anno, per migliorare l’impatto ecologico delle attività della mela. Potete consultarlo in PDF su questa pagina.

Nel 2018 si sono raggiunti importanti pietre miliari, come ad esempio il 100% di copertura di energia pulita per tutte le attività corporate di Apple in tutto il mondo. Inoltre, è riuscita a ottenere risultati analoghi per 23 dei suoi fornitori.

Ciò ha consentito di abbattere notevolmente l’impronta di carbonio rilasciata nell’ambiente: dai precedenti 29,5 milioni di metri cubi di gas serra agli attuali 27,5.

Un risultato che è stato possibile grazie all’impiego delle più recenti tecnologie: luci LED, riscaldamenti intelligenti, ventilazione, sistemi di condizionamento dell’aria hanno portato a risparmi per 3.7 milioni di kilowatt-ore l’anno, a cui si aggiunge un calo delle emissioni per la produzione di alluminio.

Con l’occasione, Apple ha presentato anche l’ultima versione dei suoi sofisticati robot smaltisci-iPhone; dopo Liam nel 2017, ora le luci della ribalta sono tutte su Daisy, un braccio meccanico capace di smontare 200 iPhone l’ora con un minor impatto ambientale e soprattutto con un numero maggiore di modelli. Ciò consente a Cupertino di riciclare una quantità crescente di materiali rispetto a prima, da riutilizzare poi per la nuova produzione.

È il dispositivo che vedete nel video in cima al post, e che non è piaciuto a Greenpeace perché rischia di diventare fumo negli occhi, un abbaglio per nascondere i problemi a monte:

“Piuttosto che introdurre un altro robot di riciclaggio, quel che servirebbe di più ad Apple è abbracciare una delle principali opportunità di ridurre l’impatto ambientale, cioè con prodotti riparabili e di design aggiornabile. Ciò manterrebbe in uso i suoi dispositivi per più tempo, ritardando il giorno in cui debbono essere disassemblati da Daisy.
I clienti vogliono tenere più a lungo i propri dispositivi, come evidenziato dalle 3-4 settimane di attesa in Apple Store per il cambio batteria all’inizio dell’anno, non appena Apple è stata costretta a ridurre drasticamente i costi di sostituzione.”

Il fatto è che questo si tradurrebbe in un risparmio per gli utenti, e un sospiro di sollievo per il pianeta, ma in una stilettata nel portafogli degli azionisti. Ecco perché da questo orecchie la mela non ci sente, tant’è che è storicamente sempre stata avversa al fai-da-te e ai riparatori di terze parti.

Al di là di questo, Greenpeace ha lodato infine le iniziative e gli sforzi fin qui messi in campo, e ha riconosciuto la leadership della società nel settore, soprattutto rispetto al resto del panorama; Samsung, il principale competitor, al momento può fregiarsi a mala pena dell’1% di energie rinnovabili impiegate.

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