Foxconn ha nascosto i lavoratori minorenni prima dell'ispezione della FLA?

Leggi su Melablog le ultime voci sull'ispezione effettuata dalla Fair Labor Association negli stabilimenti Foxconn.
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Ancora una volta Foxconn al centro delle polemiche: nonostante le recenti notizie positive in termini di retribuzioni e riduzione degli straordinari, l’azienda cinese è stata infatti accusata di aver trasferito lavoratori minorenni in altri reparti, o di non aver predisposto il loro lavoro in straordinario in vista delle ispezioni della Fair Labor Association. La denuncia arriva da un gruppo di attivisti, secondo i quali sarebbero stati direttamente due dipendenti Foxconn di Zhenghou a rivelare il tutto: ricordiamo che le politiche di condotta Apple prevedono per i lavoratori minorenni la possibilità di svolgere la loro attività, a patto di sottostare ad alcuni limiti sul tipo e sulla quantità di ore del lavoro da essi svolto.

Continuando ad alimentare le stesse polemiche, un altro dipendente a Chengdu ha invece rivelato che proprio in vista dell’arrivo della FLA gli sono state concesse tre pause al giorno invece dell’unica solitamente permessa, lanciando così ulteriori ombre sull’effettiva veridicità di quanto visto dall’associazione presso le strutture Foxconn: era stato lo stesso boss di FLA, Auret van Heerden, a definire nei giorni scorsi gli impianti “di prima classe”, pur ammettendo la presenza di una serie di problemi da risolvere.

Debby Sze Wan Chan del Students & Scholars Against Corporate Misbehavior (SACOM) ha così accompagnato la notizia:

“Per la maggior parte delle volte, i lavoratori sono al corrente della presenza di rappresentanti Apple nelle fabbriche. Il problema non è che Apple non conosca i problemi reali dei suoi fornitori. Li conosce, ma semplicemente non è interessata. […] I lavoratori ci dicono sempre di sentirsi delle macchine. La loro giornata tipo alla Foxconn consiste nell’alzarsi, andare in fila per i bagni e lavorare, lavorare e tornare ai dormitori per dormire. Non hanno una vita sociale e fanno la stessa monotona operazione nella fabbrica per migliaia di volte al giorno. Se non sono efficienti abbastanza o compiono errori, vengono sgridati dal supervisore o puniti.”

A chi sta quindi tentare di risolvere le cose? Secondo Chan, agli stessi clienti Apple:

“Credo che la pressione dei consumatori sia il più importante incentivo per Apple per effettuare una riforma, perché Apple come ogni altra corporazione mira a massimizzare i profitti e minimizzare le responsabilità. Se non c’è pressione dai consumatori allora Apple non deve preoccuparsi delle critiche del pubblico. Apple ha il suo codice di condotta, ma è un mero pezzo di carta senza un meccanismo che assicuri questi standard. Quando chiediamo ad Apple di risolvere il problema, non è perché c’è Apple sotto il riflettore, ma anche perché vogliamo fidarci di Apple in quanto la società ha pubblicamente fatto vanto di diverse cose, come l’assicurazione di condizioni di vita dignitose nei suoi fornitori.”

Via | Appleinsider.com

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