Apple supera RIM e diventa il quarto produttore di cellulari


Secondo l’istituto di ricerca IDC, che da anni monitora il mercato mondiale della telefonia, Apple avrebbe definitivamente sorpassato RIM nelle vendite di telefoni cellulari. Così facendo, la Mela è diventata il quarto produttore di telefonini al mondo, dietro a Nokia, Samsung e LG Electronics.

Ovviamente confrontare tra loro le diverse marche ha un senso come analisi di mercato, ma è concettualmente debole come approccio. Apple, a differenza degli altri produttori, sviluppa e sostiene un solo modello di telefono all’anno. Inoltre, più che tra aziende, la lotta a cui assistiamo oggi è più simile a una lotta tra sistemi operativi. In particolare sarà davvero interessante osservare con attenzione le performance di Android rispetto a iOS, perché quello che serve davvero ai produttori di cellulari per contrastare l’ascesa di Apple non è un buon hardware, ma un eccellente ed elegante software.

In ogni caso, i dati di IDC, ci fanno capire come gli smartphone incidano sempre più nel mercato della telefonia mobile. Apple, RIM e i produttori di telefonini Android hanno portato molti grattacapi a Nokia che, come è noto, si concentra su un mercato telefonico più tradizionale. Per quanto sia un mercato interessante, che Steve Jobs ha lasciato libero ed ha dichiarato di voler lasciare libero, a Nokia potrebbe non bastare: a competere, in quel campo, ci sono i produttori cinesi. Produttori che, per la cronaca, stanno già ottenendo ottime performance nei mercati emergenti come l’India.

In ogni caso, dovrebbe esserci una bella fetta di questa torta per tutti: secondo IDC il mercato della telefonia si espanderà ancora molto fino al 2014, con una crescita degli smartphone pari al 55% di anno in anno.

Apple ha rivelato dati di vendita superiori a quelli di RIM (1,7 milioni di unità in più) e Sony (3,7 milioni di unità in più), grazie anche agli ottimi risultati ottenuti da iPhone 4. IDC nota come questo risultato sia stato raggiunto nonostante il clamore causato dal cosiddetto “antennagate”.

[MarketWatch]

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