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Apple Watch torna a far parlare di sé con una mossa tanto ingegnosa quanto pragmatica. Dopo il celebre blocco importazioni imposto dalla ITC, la International Trade Commission statunitense, che aveva privato i nuovi modelli di Apple Watch della funzione di monitoraggio dell’ossigeno nel sangue, ecco che Apple ribalta la situazione con un aggiornamento software tanto atteso quanto decisivo.
La soluzione, tanto semplice quanto efficace, arriva con il rilascio di watchOS 11.6.1 e iOS 18.6.1. Questi due aggiornamenti permettono di tornare a utilizzare la funzione di pulsossimetro sui dispositivi di ultima generazione, ma con una differenza sostanziale rispetto al passato: i dati raccolti dal sensore non saranno più consultabili direttamente dal polso, bensì esclusivamente tramite l’app Salute sull’iPhone associato. Un dettaglio, questo, che segna un cambio di paradigma nell’esperienza d’uso, ma che testimonia anche la capacità di Apple di aggirare gli ostacoli legali senza rinunciare a offrire ai propri utenti strumenti di monitoraggio della salute avanzati.
La questione nasce da una disputa ormai nota tra Apple e Masimo, azienda leader nelle tecnologie mediche e pioniera proprio nei sistemi di misurazione della saturazione dell’ossigeno. Dal 2020, infatti, Masimo accusa Apple di aver violato alcuni brevetti e di aver utilizzato tecnologie protette senza autorizzazione, portando la diatriba davanti ai tribunali americani. Dopo mesi di udienze e documenti, a dicembre 2023 la ITC ha deciso per il blocco delle importazioni degli Apple Watch dotati della funzione contestata, lasciando molti utenti e appassionati con il fiato sospeso.
La mossa di Apple
Ma si sa, Apple non è mai stata incline a subire passivamente. In un mix di innovazione tecnica e prontezza legale, il colosso californiano ha scelto di non abbandonare la partita: la controffensiva si è articolata su più fronti, con la presentazione di un ricorso di ben 916 pagine contro la decisione della ITC e la denuncia a sua volta di Masimo, accusata di aver realizzato dispositivi troppo simili all’Apple Watch. In attesa che la giustizia faccia il suo corso – e che i brevetti al centro della disputa scadano nel 2028 – Apple ha trovato una soluzione che consente di rispettare le limitazioni imposte senza sacrificare del tutto la user experience.
La novità riguarda esclusivamente gli Apple Watch Series 9, Series 10 e Ultra 2 venduti negli Stati Uniti dopo il 17 gennaio 2024, facilmente riconoscibili dal numero di serie che termina con LW/A. Per questi modelli, la misurazione dell’ossigeno nel sangue resta disponibile, ma la visualizzazione immediata sul display dell’orologio è disabilitata. I dati vengono comunque raccolti e trasmessi all’iPhone abbinato, dove possono essere consultati in modo dettagliato tramite l’app Salute. Un compromesso che permette agli utenti di continuare a monitorare la propria salute – un’esigenza sempre più sentita, specie dopo la pandemia – senza però violare le restrizioni della ITC.
È interessante notare come questa soluzione non si applichi agli Apple Watch acquistati prima del 17 gennaio 2024 o a quelli commercializzati al di fuori degli Stati Uniti: per questi dispositivi, infatti, la funzione di pulsossimetro resta pienamente accessibile direttamente dal polso, come da tradizione Apple. Un dettaglio che sottolinea la capacità dell’azienda di gestire in modo chirurgico la propria offerta in base alle specificità normative di ogni mercato.
Per gli utenti più attenti all’esperienza d’uso, la modifica rappresenta sicuramente un passo indietro in termini di immediatezza, ma va letta nel contesto di una battaglia legale ancora aperta e di una volontà precisa di non rinunciare a una delle funzioni più apprezzate dell’Apple Watch. L’aggiornamento a watchOS 11.6.1 e iOS 18.6.1 dimostra che, anche di fronte a restrizioni stringenti, Apple è in grado di trovare soluzioni alternative che garantiscono continuità e qualità del servizio.