Apple rifiuta l'aggiornamento di Tweetie per iPhone. Poi cambia idea: bastava un filtro per le parolacce?

Apple rifiuta l'aggiornamento di Tweetie per iPhone. Poi cambia idea: bastava un filtro per le parolacce?

Apple ha rifiutato l’aggiornamento 1.3 di

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(client per l’utilizzo di Twitter) poiché “è presente una parola offensiva nella sezione Trends” del motore di ricerca dell’applicazione, stando a quanto

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di Atebits.

A

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, per la gioia dello sviluppatore e degli utenti di Tweetie, Apple è tornata sui suoi passi accettando la nuova versione dell’applicazione, la quale è ora tornata

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al solito prezzo di €2,39.

Quasi come se gli sviluppatori potessero avere una qualche sorta di “potere” sui contenuti presenti in Twitter, Apple ha in un primo momento “messo le mani avanti” e ha rifiutato la nuova versione di Tweetie, per poi passare successivamente all’approvazione. Un po’ come se mobile safari venisse rifiutato poiché è in grado di mostrare (in linea teorica) parolacce, come puntualizza anche un commentatore.

Ma sembra che la strada per uno sviluppatore debba essere proprio quella di implementare un filtro ai contenuti, in particolare a quelli che possono essere offensivi. A suffragare tale ipotesi è il caso di “Human Weather” (

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), applicazione sviluppata da Maplewoods Associated ltd., che permette lo scambio di messaggi (tipo twit) relativi al tempo atmosferico, la quale era stata rifiutata per la presenza di una parolaccia tra i messaggi degli utenti, secondo una

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.

In questo caso, la sola implementazione di un filtro sui contenuti, in dettaglio un filtro anti-parolacce, si è concretizzata nell’approvazione dell’applicazione da parte di Apple e la conseguente distribuzione tramite App Store.

Se da una parte mettiamo il caso di queste applicazioni che sono state rifiutate per la presenza di parolacce in stream di contenuti esterni all’applicazione stessa e, dall’altra, la “fatica” con cui Apple riesce a stare al passo con la mole di applicazioni da dover approvare, sembra verosimile che a Cupertino si siano “industriati” e abbiano inserito una sorta di bot per individaure la presenza di contenuti offensivi nelle applicazioni e non valutino di persona tutti gli aspetti di un’applicazione.

La “verità” che si legge tra le righe e che Apple sembra voler insinuare nelle menti degli sviluppatori sembra dunque la seguente: “filtrate i contenuti, anche quelli di cui non siete responsabili, e non ci saranno problemi per l’approvazione delle applicazioni”.

[via

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