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Non è la prima volta che Apple si trova a dover fare i conti con la burocrazia europea, ma stavolta la questione rischia di far discutere a lungo. L’attesa funzionalità Live Translation per gli AirPods, presentata con grande enfasi durante l’ultimo keynote di Cupertino, non vedrà la luce nei paesi dell’Unione Europea al momento del lancio globale. Il motivo? Una combinazione di regolamentazioni sempre più stringenti, dubbi sulla privacy e un quadro normativo sull’intelligenza artificiale che lascia poco spazio all’improvvisazione.
Se da un lato Apple continua a spingere sull’acceleratore dell’innovazione, dall’altro deve inevitabilmente rallentare ogni volta che si scontra con i paletti imposti da Bruxelles. Secondo quanto comunicato ufficialmente dalla casa della mela, la traduzione in tempo reale non sarà accessibile a chi possiede un account Apple registrato in uno dei paesi membri e si trova fisicamente all’interno dell’Unione. La notizia, trapelata attraverso una nota pubblicata sul sito ufficiale, non lascia spazio a interpretazioni: almeno per ora, gli utenti europei dovranno rinunciare a una delle novità più promettenti del nuovo ecosistema audio targato Cupertino.
A pesare sulla decisione di Apple sono, senza dubbio, il GDPR e l’Artificial Intelligence Act. Queste normative, che negli ultimi anni hanno alzato l’asticella delle tutele per i consumatori, impongono controlli rigorosi su tutto ciò che riguarda l’elaborazione di dati vocali e la gestione delle informazioni personali. Nel caso di Live Translation, la complessità aumenta: il sistema, infatti, si basa su una combinazione di algoritmi di intelligenza artificiale e modelli linguistici avanzati che operano in tempo reale, rendendo difficile garantire un livello di sicurezza e trasparenza in linea con le richieste europee.
Ma entriamo nel dettaglio della tecnologia. Live Translation sarà disponibile, almeno inizialmente, sugli AirPods Pro 3 – dove ha debuttato – ma anche sui nuovi AirPods 4 dotati di cancellazione attiva del rumore e sugli AirPods Pro 2. La funzione consente di sostenere conversazioni completamente hands-free: mentre si parla, l’iPhone mostra in tempo reale sia la trascrizione che la traduzione nella lingua dell’interlocutore, anche nel caso in cui quest’ultimo non stia utilizzando gli AirPods. Il vero salto di qualità si ottiene però quando entrambi i partecipanti indossano dispositivi compatibili: la cancellazione attiva del rumore si adatta automaticamente al volume della voce, creando un’esperienza di dialogo che sfiora la naturalezza di una chiacchierata vis-à-vis.
Per poter sfruttare questa innovazione, sarà necessario aggiornare gli AirPods all’ultimo firmware e abbinarli a un iPhone compatibile con Apple Intelligence e il nuovo iOS 26. Attenzione, però: al momento, la compatibilità è garantita soltanto per iPhone 15 Pro e modelli successivi. Il rilascio ufficiale della funzionalità è previsto per il 15 settembre, ma la platea di utenti europei resterà a bocca asciutta almeno fino a data da destinarsi.
Sul fronte linguistico, Live Translation supporterà inizialmente inglese, francese, tedesco, portoghese brasiliano e spagnolo. L’italiano, insieme a giapponese, coreano e cinese semplificato, arriverà più avanti nel corso dell’anno. Tuttavia, rimane un’incognita la tempistica per la rimozione delle restrizioni imposte agli utenti dell’Unione Europea: Apple non si è sbilanciata, lasciando intendere che la partita è tutt’altro che chiusa.
Questa vicenda rappresenta un esempio lampante della crescente tensione tra la spinta verso la innovazione tecnologica e la necessità di rispettare un quadro normativo sempre più articolato. Da una parte, Apple vorrebbe portare le sue soluzioni di traduzione in tempo reale al maggior numero possibile di utenti, dall’altra deve fare i conti con le regole del gioco fissate dall’Unione Europea, che – piaccia o meno – si conferma tra le realtà più severe in tema di privacy e intelligenza artificiale.
Per chi sperava di poter viaggiare, lavorare o semplicemente comunicare in modo più fluido grazie a Live Translation sugli AirPods, non resta che attendere sviluppi. La sfida tra big tech e regolatori è appena cominciata e il prossimo capitolo potrebbe essere decisivo per il futuro delle tecnologie indossabili. Nel frattempo, l’ecosistema Apple continua a evolversi, ma l’ombra lunga del GDPR e dell’Artificial Intelligence Act obbliga Cupertino a muoversi con estrema cautela, soprattutto quando in gioco ci sono dati sensibili e aspettative di milioni di utenti.