Vince con Microsoft e fa causa ad Apple, Google e altri 21


Eolas, la società che vinse con Microsoft una causa del 2003 e fu indennizzata con 585 milioni di dollari, ora parte all’attacco di Apple, Google e altre 21 società con motivazioni analoghe. La ragione della contesa è una presunta violazione di brevetto piuttosto insidiosa che si aggiunge alle altre.

Con Microsoft ci sono voluti 9 lunghissimi anni di battaglia legale e carte bollate per averla doma, e alla fine l’accordo extragiudiziale che garantiva all’avversaria un corposo riconoscimento pecuniario. Sulla scia di questo successo, ora Eolas ha mosso guerra ad Apple, Google, Adobe, Amazon, eBay, Playboy, Yahoo, YouTube per la violazione dei brevetti ‘906 e ‘985, cioè per aver integrato applicazioni pienamente interattive nei propri servizi attraverso l’uso di plugin ed AJAX. In buona sostanza e senza entrare troppo nel dettaglio, il brevetto del 1998 illustra la possibilità di eseguire embedded program object grazie alle estensioni dei browser, in pratica un programma che gira all’interno di un altro programma. Ecco perché Microsoft, con la sua implementazione di ActiveX in Internet Explorer, è stata la prima a cadere.

E, dal canto suo, Eolas afferma di avere tutte le carte in regola. Il legale che segue la società ha infatti affermato:


Ciò che distingue questo caso da altri simili è che un gran numero di società tanto affermate stiano violando un brevetto la cui validità è stata ribadita dall’Ufficio Brevetti in tre occasioni. Vogliamo solo ciò che ci spetta di diritto.

E’ chiaro che un’ulteriore vittoria di Eolas potrebbe portare a cambiamenti piuttosto drastici nello scenario tecnologico attuale, soprattutto perché spingerebbe tutte le società coinvolte a preferire un accordo di licenza rispetto ad una meno conveniente (e dagli esiti incerti) guerra in tribunale. Tuttavia, c’è da mettere in conto un crescente giudizio critico nei confronti della brevettabilità del software, ritenuta da molti un ostacolo all’innovazione. Si pensi alle iniziative di FSFE, alle mobilitazioni dell’intero Web e alla direttiva sui brevetti software ufficialmente rigettata dalla UE nel luglio del 2005. Se a questo aggiungiamo che il vento è cambiato anche alla Corte Suprema statunitense, forse c’è una possibilità non remota che le pretese avanzate da Eolas finiscano nel limbo dell’impraticabilità. Insomma, comunque vada, le conseguenze potrebbero avere molti ed importanti risvolti sul settore.

[Via ArsTechnica]

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