iPhone: è tempo di "jackpot" per Apple

I risultati fiscali relativi al Q4 2008, di cui abbiamo parlato ieri, meritano una analisi più approfondita, per valutare l’effettivo impatto di iPhone nei bilanci (e, di conseguenza, nelle strategie future di Cupertino).
Come hanno notato in molti, Daring Fireball su tutti, il peso di iPhone nel fatturato di Cupertino è diventato in brevissimo tempo maggioritario: il solo melafonino incide per quasi il 40% sui ricavi lordi.

E’ un dato che si stenta a credere, soprattutto se si considera che solo 2 anni fa nessuno pensava davvero che Apple sarebbe sbarcata nel mercato della telefonia mobile e un anno e mezzo fa (quando iPhone è giunto nei negozi) in pochi avrebbero scommesso su un successo commerciale in valore assoluto.

Se prendiamo ad esempio il fratellino iPod, da tutti considerato il “prodotto-fenomeno” del nuovo millennio, vediamo che dal lancio iniziale ci sono voluti diversi anni, e la declinazione in una famiglia di prodotti, prima che la voce avesse un peso sui conti di Apple. Per quanto riguarda il Macintosh i tempi sono ulteriormente dilatati, anche se in quel caso pesava la concorrenza interna di Apple II.

In ogni caso nessuno, ad oggi, può più permettersi di considerare iPhone solo una fiammata passeggera, o peggio una azzeccata campagna mediatica: nell’ultimo quarto fiscale Apple ha battuto, in termini tanto di fatturato quanto di numero di dispositivi, il suo principale concorrente, Research In Motion.

Ancora più evidente (e significativa) è l’influenza che, in poco meno di due anni, ha saputo avere iPhone nel design della sua categoria. Due anni fa non solo nessuno sapeva cosa fosse il Multi-touch, ma in pochi ritenevano la tecnologia touch-screen un elemento imprescindibile in un telefonino (e infatti il Nokia N95, prodotto di punta di quel periodo, non l’aveva). Dua anni fa nessuno avrebbe scommesso sull’effettivo successo di un prodotto privo di una tastiera fisica: la stessa RIM su questo elemento aveva basato la spina dorsale del design della sua gamma di Blackberry e oggi, con il modello Storm, punta tutto su un dispositivo Touch-screen senza tastiera.

Assodato, dunque, il successo del iPhone, Apple deve passare al livello successivo, ovvero trasformare il dispositivo-iPhone nella piattaforma-iPhone, articolando il melafonino in una gamma di prodotti che vada a coprire esigenze differenti.
La tecnologia necessaria, tanto hardware quanto software, Cupertino ce l’ha tutta già in casa: il design unibody dei nuovi MacBook sembra fatto apposta per costruire dispositivi piccoli, leggeri e resistenti, mentre OS X Mobile non ha bisogno di presentazioni.

In un momento storico in cui, pare, si stanno delineando le linee guida dell’informatica dei prossimi 20 anni, Apple non solo è pronta, ma è addirittura nella invidiabile posizione di poter scrivere queste guidelines. E scusate se è poco…

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